Cose viste e gag saporite del miglior
humour da organizzazioni onusiane. Giochi di parole – “pensée unique, panse unique”. Le realtà irreali della cooperazione
allo sviluppo, delle organizzazioni internazionali, del volontariato –
“bisognerebbe pensare a un’iniziativa sistemica pluridisciplinare, multi e
bilaterale”. In missioni che altrimenti sarebbero vacanze esotiche, ben
assistite, di e con belle ragazze. Tra aperitivi e gossip, un prosecco, un capirinha, un rioja. Il peggio-meglio
dell’Occidente agito e parlato da africani (linguaggi, formule, burocrazie), in
Africa, a Roma, “sulla terrazza dell’ottavo piano” della Fao, “di fronte al
Colosseo e al Palatino”, a Parigi e a Bruxelles.
In materia di humour internazionalista
avevamo Céline e Albert Cohen, ma deprecatori – per quanto: un romanzo, anche
languoroso, anche sadista, o un pamphlet,
contro questo mezzo secolo di cooperazione allo sviluppo, il turismo a cinque
stelle delle buone coscienze, che ha lasciato l’Africa più povera di prima sul
resto del mondo, non sarebbe malvenuto. “Nasser” si diverte e diverte. La
solidarietà non si può smontare, ma la sua gestione consente un cosmopolitismo
poliglotta effervescente. La cucina del Congo-Kinshasa, comprensiva di tigre e
caimano, è anche l’unica guida disponibile, volendoci andare. Il meglio sono le
nuove e nuovissime arti e aree: l’e-studio, l’e-sviluppo, l’e-agricoltura, sul
solco dell’e-comunicazione e l’e-commerce; lo Sceglitore, per tutte le
evenienze della vita quotidiana – una specialità del personal trainer; il consigliere comunale africano al Campidoglio
(un capolavoro, non della politica); o il clima, la mania del “Che tempo che
fa”, in cucina, a cinque stelle, in pasticceria, al cinema, nelle arti; mentre “la quasi totalità dei programmi di microfinanza è regolarmente
sovvenzionata”. Ma non bisogna disturbare il politicamente corretto.
Nato a Parigi sessant’anni fa, “formato alle relazioni economiche internazionali e all’umanitario”, “Nasser” ha provato a fare lo scrittore, di racconti e romanzi, ma “prestissimo è inciampato nello sviluppo”, nella cooperazione allo sviluppo. Beur (francese di genitori algerini) romanizzato, per Fao e affetti, soprattutto diverte per l’uso del francese, peculiare e appropriato insieme, come è di tutti i nordafricani che hanno resistito all’arabizzazione forzata – in Algeria Assia Djebar e Yasmina Khadra tra gli altri. Nel migliore spiritaccio algerino.
Nasser, Ceux qui marchent sur la tête ne pensent pas avec les pieds, El
Ibriz Algeri, pp. 141 € 5Nato a Parigi sessant’anni fa, “formato alle relazioni economiche internazionali e all’umanitario”, “Nasser” ha provato a fare lo scrittore, di racconti e romanzi, ma “prestissimo è inciampato nello sviluppo”, nella cooperazione allo sviluppo. Beur (francese di genitori algerini) romanizzato, per Fao e affetti, soprattutto diverte per l’uso del francese, peculiare e appropriato insieme, come è di tutti i nordafricani che hanno resistito all’arabizzazione forzata – in Algeria Assia Djebar e Yasmina Khadra tra gli altri. Nel migliore spiritaccio algerino.
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