domenica 29 gennaio 2017

Fisco, appalti, abusi (97)

La spazzatura di Roma, con la Tari più alta d’Italia, viaggia verso altre dieci regioni, a Froisnone,  Bologna, Reggio Emilia, Brescia, eccetera,  a Vienna. Dove hanno gli inceneritori. Magari non inquinanti. A Roma però non si può: l’inceneritore inquina. A Vienna no, a Roma sì.
Ma, allora, Roma esporta inquinamento? Il business verde è parecchio inquinato.

“È rimasto un giardiniere ogni trenta ettari (di verde pubblico) a Roma”, così inquadra la città più verde d’Europa Valeria Costantini sul “Corriere della sera-Roma”: “Per curare mezzo milione di alberi e 45 km. quadrati di parchi il Comune ne aveva 1.300, ora sono 136”. Colpa della crisi fiscale? No, dell’outsourcing che da un quarto di secolo deprime l’Italia: “Poi al loro posto sono arrivate le cooperative. E il degrado dilaga”. Anche perché il giardiniere per  trenta ettari non si fa nemmeno vedere.

Il terzo settore (operative, onlus, associazioni) è il cuore della corruzione, il cosiddetto volontariato. E della spesa pubblica a nessun fine, che avrebbe invece dovuto efficientare. Ai danni dei deboli e gli emarginati, e ora anche della protezione ambientale.

Si stracciano le vesti, giudici e giornalisti romani, dalla “rivelazione” che per entrare all’Atac e all’Ama (e tra i Vigili Urbani e al Comune no?) si paga. Il primo stipendio annuale, e a volte anche due. Cosa che a Roma tutti sanno – è materia perfino di Astolfo, “Non c’è anarchico felice”, p. 598.

Per i 63 km da Torrimpietra a Tarquinia, gestiti dalla stessa società, la Sat, Società Autostrada Tirrenica, della società Autostrade per l’Italia, del gruppo Atlantia della famiglia Benetton,  ci sono tre caselli. Tre soste, per pagare complessivamente cinque euro.  Che non si sappia che ogni km. della pianeggiante autostrada costa 8-9 centesimi?

Ogni passaggio al casello della Roma-Tarquinia prende sessanta-settanta secondi: le macchine, le prime automatiche in autostrada, del tempo in cui la proprietà era pubblica, sbagliano a fare il calcolo del pedaggio, lo rifanno, tentennano  a dare il resto, lo buttano fuori con violenza, disperdendo le monete. Inutile protestare al Punto Blu: il Punto Blu è solo un’esattoria.

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