La
spazzatura di Roma, con la Tari più alta d’Italia, viaggia verso altre dieci
regioni, a Froisnone, Bologna, Reggio
Emilia, Brescia, eccetera, a Vienna.
Dove hanno gli inceneritori. Magari non inquinanti. A Roma però non si può:
l’inceneritore inquina. A Vienna no, a Roma sì.
Ma,
allora, Roma esporta inquinamento? Il business verde è parecchio inquinato.
“È rimasto un giardiniere ogni trenta ettari (di
verde pubblico) a Roma”, così inquadra la città più verde d’Europa Valeria
Costantini sul “Corriere della sera-Roma”: “Per curare mezzo milione di alberi
e 45 km. quadrati di parchi il Comune ne aveva 1.300, ora sono 136”. Colpa della
crisi fiscale? No, dell’outsourcing che da un quarto di secolo deprime
l’Italia: “Poi al loro posto sono arrivate le cooperative. E il degrado
dilaga”. Anche perché il giardiniere per
trenta ettari non si fa nemmeno vedere.
Il terzo settore (operative, onlus,
associazioni) è il cuore della corruzione, il cosiddetto volontariato. E della
spesa pubblica a nessun fine, che avrebbe invece dovuto efficientare. Ai danni
dei deboli e gli emarginati, e ora anche della protezione ambientale.
Si stracciano le vesti, giudici e giornalisti
romani, dalla “rivelazione” che per entrare all’Atac e all’Ama (e tra i Vigili
Urbani e al Comune no?) si paga. Il primo stipendio annuale, e a volte anche
due. Cosa che a Roma tutti sanno – è materia perfino di Astolfo, “Non c’è
anarchico felice”, p. 598.
Per i 63 km da Torrimpietra a Tarquinia, gestiti
dalla stessa società, la Sat, Società Autostrada Tirrenica, della società
Autostrade per l’Italia, del gruppo Atlantia della famiglia Benetton, ci sono tre caselli. Tre soste, per pagare
complessivamente cinque euro. Che non si
sappia che ogni km. della pianeggiante autostrada costa 8-9 centesimi?
Ogni passaggio al casello della Roma-Tarquinia
prende sessanta-settanta secondi: le macchine, le prime automatiche in
autostrada, del tempo in cui la proprietà era pubblica, sbagliano a fare il
calcolo del pedaggio, lo rifanno, tentennano
a dare il resto, lo buttano fuori con violenza, disperdendo le monete.
Inutile protestare al Punto Blu: il Punto Blu è solo un’esattoria.
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