Erigere il pene a pilastro del’Occidente
sa di genere, gay. Tanto più oggi, che la demoralizzazione dell’Occidente ha
ben più solido e vasto fondamento, l’arricchitevi scatenato con la globalizzazione
(o la globalizzazione scatenata dall’arricchiamoci – noi i pochi, i furbi). Ma
l’oggetto di culto è traccia per un excursus sulla repressione sessuale indotta,
a partire da fine Settecento, dalla borghesia. Dai vincitori della rivoluzione del 1979 – non dalla chiesa né
dalla classe dirigente ancien régime,
che al contrario se ne disinteressavano. Come pietra di fondazione dell’edificio
della rispettabilità. Con la mobilitazione di molta scienza e schiere di
scienziati, pedagoghi e clinici, e naturalmente della giustizia. In realtà come
foglia di fico – la rispettabilità dei costumi – di ben altre vergogne: di
avidità, sfruttamento, prepotenza.
Era un tempo, quando la ricerca fu
pubblicata, 1978, in cui si continuava a fare il processo in serie alla
borghesia – oggi che la borghesia si caratterizza non per la repressione ma per
la licenza, che ne direbbero Aron e Kempf? Ed era ancora un tempo in cui la libertà
sessuale era un campo di battaglia: la “Storia del pene” è stata concepita come
una rivendicazione. Aron, gay professo, sarà uno dei primi a morire di Aids. La
“glaciazione” del sesso o repressione è ripercorsa in particolare sui tabù
eretti contro i suoi usi “anormali”. Ma l’excursus è dettagliato, anche
esilarante.
Roger Kempf è stato uno specialista
della letteratura francese del Sette-Ottocento. Aron, nipote del politologo
liberale Raymond Aron, è stato di suo pubblicista, ma curioso della borghesia
nell’Ottocento. Aveva in precedenza studiato la ferma militare obbligatoria in
Francia e, in ben due volumi, l’alimentazione, sempre della borghesia in
Francia.
Jean-Paul Aron-Roger Kempf, Storia del pene. Demoralizzazione dell’Occidente
e genealogia della morale borghese. Pgreco, pp. 232 € 18
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