giovedì 12 gennaio 2017

Il pilastro è flaccido dell’Occidente

Erigere il pene a pilastro del’Occidente sa di genere, gay. Tanto più oggi, che la demoralizzazione dell’Occidente ha ben più solido e vasto fondamento, l’arricchitevi scatenato con la globalizzazione (o la globalizzazione scatenata dall’arricchiamoci – noi i pochi, i furbi). Ma l’oggetto di culto è traccia per un excursus sulla repressione sessuale indotta, a partire da fine Settecento, dalla borghesia. Dai vincitori  della rivoluzione del 1979 – non dalla chiesa né dalla classe dirigente ancien régime, che al contrario se ne disinteressavano. Come pietra di fondazione dell’edificio della rispettabilità. Con la mobilitazione di molta scienza e schiere di scienziati, pedagoghi e clinici, e naturalmente della giustizia. In realtà come foglia di fico – la rispettabilità dei costumi – di ben altre vergogne: di avidità, sfruttamento, prepotenza.
Era un tempo, quando la ricerca fu pubblicata, 1978, in cui si continuava a fare il processo in serie alla borghesia – oggi che la borghesia si caratterizza non per la repressione ma per la licenza, che ne direbbero Aron e Kempf? Ed era ancora un tempo in cui la libertà sessuale era un campo di battaglia: la “Storia del pene” è stata concepita come una rivendicazione. Aron, gay professo, sarà uno dei primi a morire di Aids. La “glaciazione” del sesso o repressione è ripercorsa in particolare sui tabù eretti contro i suoi usi “anormali”. Ma l’excursus è dettagliato, anche esilarante.
Roger Kempf è stato uno specialista della letteratura francese del Sette-Ottocento. Aron, nipote del politologo liberale Raymond Aron, è stato di suo pubblicista, ma curioso della borghesia nell’Ottocento. Aveva in precedenza studiato la ferma militare obbligatoria in Francia e, in ben due volumi, l’alimentazione, sempre della borghesia in Francia.
Jean-Paul Aron-Roger Kempf, Storia del pene. Demoralizzazione dell’Occidente e genealogia della morale borghese. Pgreco, pp. 232 € 18

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