domenica 22 gennaio 2017

L’Aspromonte in festa

Il reportage a Radio Rai 3 sull’area grecanica di Bova ampliato e fissato in un centinaio di foto narrative di eccezionale spessore della stessa autrice, superbamente impaginate, e in distese conversazioni, riportate al dettaglio, con le “persone” della comunità. Un pediatra, una novantenne dalla memoria di ferro, il pastore, una bambina, i celebranti del “suono”, che è festa e ricevimento (musica, danza, cucina), il fabbro, i giovani, l’apicultore di ritorno, dopo un vita a Milano. Con tratto colto, e con l’esperienza sul campo maturata come antropologa, Patrizia Giancotti sa risuscitare un mondo e una cultura.
È una rivendicazione di retroguardia, quella dei grecanici. Che avevano abbandonato quasi del tutto la lingua – con poche eccezioni, fra tutte quella di Saverio Siciliano, il sociologo di Bova Marina che poeta in greco antico (autore di falsi-veri Archiloco ritrovati) e moderno. A somiglianza delle tante altre comunità del vecchio tema bizantino, a mano a mano che la latinizzazione s’imponeva. E, nella bovesia, avevano abbandonato anche il paese, per la Svizzera principalmente, da cui alcuni ritornano e dove altri aspettano di andare.
L’abbandono nell’area grecanica attorno a Bova è stato recente, e la protezione europea delle minoranze europea delle minoranze ha fatto in tempo a consentirne il recupero. Ma soprattutto, proprio attorno a Bova, lo ha consentito la persistenza della tradizione, a parte la lingua. In chiesa, specie nelle funzioni pasquali. E in cucina. Quest’ultima recupera fantasiosa la ricercatrice, insieme con il “suono”: musica, danza, ospitalità. La filoxenìa è l’ospitalità. Cucinare, mangiare vuol dire accogliere – la madre che cucina, anche quella che non si siede e non mangia, anzi specie quella, è chioccia, di ospiti, anche estranei, e familiari, nipoti, fratelli, sorelle, genitori, e i figli sempre, e il marito: officia un rito, non una dipendenza.
È curioso che alle falde dell’Aspromonte, altrimenti noto e a volte cupo, si sia conservato tanto garbo al tratto. Giancotti, che quelle tradizioni aveva gustato bambina per averle mediate a Torino dalla vecchia nonna, le riscopre con gioia, con la stessa garbata apertura della comunità.
Patrizia Giancotti, Filoxenìa, Rubbettino, pp. 115, ill.. € 18

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