È gelo anche per le banche. Non solo italiane.
Un studio della Deutsche Bank mostra che i ricavi e gli utili netti delle banche
americane sono da due anni migliori dei livelli pre-crisi. Le banche europee
invece ancora arrancano, sia per ricavi che per utili.
Gli andamenti divergenti sono l’esito di
differenti politiche creditizie, e dei due modelli diversi e quasi antagonisti
di rilancio dell’economia, quello Obama, espansivo, e quello Merkel,
restrittivo – del troppo poco troppo tardi. Nella
politiche restrittive europee le banche si sono trovate esposte. Per evitare il
tracollo si sono prese un ruolo di supplenza, finanziando generose la
produzione, e ora, con la ripersa lenta, sono minacciare ugualmente d’insolvenza,
a costi maggiorati per tutti, finanziatori e comunità.
Le banche americane hanno adottato politiche drastiche
di disindebitamento, di selezione della domanda. Nel decennio hanno ridotto di 13 punti di pil
i crediti alle famiglie. Mentre le banche europee li hanno aumentati, in varia
misura nei vari paesi, di un 3 per cento complessivo. Nei confronti delle
imprese hanno fatto anche peggio. I crediti alla produzione sono cresciuti di 7
punti di pil negli Usa, di 16 nella Ue.
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