venerdì 13 gennaio 2017

Lo scandalo di Obama

Prima di andare Obama: 1) accelera lo schieramento “Atlantic Resolve”, delle truppe americane, canadesi, tedesche , francesi e inglesi nei paesi baltici, 2) mette l’Fbi sotto inchiesta per avere indagato sull’uso incorretto della posta elettronica alla segreteria di Stato, 3) fa accusare la Fca, all’ultimo momento utile, prima dell’uscita dalla Casa Bianca, e dell’avvicendamento al vertice dell’Epa, l’Agenzia per l’ambiente.
È questa una vendetta politica? È Fca colpevole di essersi schierata con Trump in materia di investimenti, in America meglio che fuori? Gli investimenti non si fanno in un giorno, a capriccio dei capi, e a perdere, e non sono comunque sanzionabili.
È un Obama vendicativo che esce dalla Casa Bianca. Non ci sono precedenti di presidenti così attivisti nel rendere la vita difficile al successore del partito avverso. Non Lyndon Johnson con Nixon nel 1968, non Bush sr. con Clinton nel 1992, non Clinton con Bush jr. nel 2000.
È un Obama ferito. Si vede anche dal patetico di cui ha infiorettato l’ultimo discorso pubblico: non un bilancio orgoglioso di quanto ha fatto ma un appello ai buoni sentimenti. Ferito dalla sconfitta elettorale, che è stata di Hillary Clinton, ma in grande misura è una sconfessione della sua presidenza.
Ma è questa la novità nella costituzione (di fatto) americana, non l’elezione a sorpresa d Trump: un ex presidente che vuole creare problemi al successore, cioè all’America.

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