Passata
in sordina, l’assoluzione di Marino, l’ex sindaco di Roma, per gli scontrini
(non ha rubato mille euro al Comune), dellaquale si pubblicano le motivazioni, apre un abisso. Dice quanto il partito
Democratico a Roma è corrotto, quanto i 5 Stelle sono truffaldini, quanto la
stampa romana è incapace o corriva – truffaldina e corrotta.
Il
Pd romano, pur commissariato due volte in due anni, è andato in massa dal
notaio per costringere Marino alle dimissioni, quando la Procura della
Repubblica titubava ad incriminarlo. Ha preferito cedere il Campidoglio ai 5
Stelle. Sotto i quali evidentemente continua a prosperare nel sottogoverno.
Contro
Marino due storie. Quella di una Panda parcheggiata in area riservata –
prospiciente casa ma riservata al Senato (anche quando il Senato dorme, quattro
giorni su sette). Vendetta evidente dei Vigili Urbani, da Marino denunciati per
l’assenteismo. E una serie di consumi privati che avrebbe messo in conto al
Comune. Gli “scontrini” per i quali la vicenda è stata chiusa con l’assoluzione.
Le denunce anonime sono partite da funzionari della contabilità e del personale
legati al Pd romano? È probabile. E di altri che miravano a fare carriera con i
5 Stelle? È possibile. Anzi, le quattro o cinque carriere fulminee di funzionari
capitolini che si contestano alla sindaca ci sono pochi dubbi che siano uno sdebitamento
(di che non si sa: l’ipotesi Marino è quella meno turpe).
L’assoluzione,
che è un fatto enorme, è passata in breve sui giornali, e solo sulle cronache
romane, perché ne sono corresponsabili. Corresponsabili del linciaggio.
Virulente e virulentissime Senza mai dire qual era l’origine delle accuse. I cronisti
sono la parte più avventurosa del giornale, ma ci sono limiti: controlli, sui
testi, sulle fonti, vigilanza, riscontri.
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