“Il problema non è l’islam”, spiega a formiche.net
il professor Wael Faruk, egiziano, mussulmano, docente alla Cattolica, “ma
l’islam politico: l’islamismo. Cioè un’ideologia. Non è favorendo un’ideologia
religiosa moderata che l’Europa combatterà quella estremista del terrorismo.
Nel mondo dell’ideologia vince il più fanatico e organizzato, che arma la
cultura della violenza”.
Dunque,
José Eduardo dos Santos, collaboratore di Agostinho Neto, l’animatore del Movimento
per la Liberazione dell’Angola, e suo successore dopo l’indipendenza, è dal 1979
presidente del paese petrolifero africano. Ininterottamente. E ora che ha una
certa età, delega alla figlia Isabel. Meglio l’indipendenza che il Portogallo,
certo, il Terzo mondo che tanti mezzo secolo fa animava ne ha fatta di strada.
Ma in avanti?
Anche in
Sud Africa, il glorioso African National Congress di Nelson Mandela è divenuto
patrimonio familiare. Di Jacob Zuma, il pittoresco capo Zulù che con sei mogli
che è succeduto nel 2009 a Mandela, e dopo due mandati si assicura la continuità.
Ma non per filiazione, per coniugio: Jacob cede lo scettro di presidente del Sud
Africa a una delle mogli, Nkosazana Dlamin-Zuma.
Nkosazama
è l’unica per la verità delle mogli che si è divorziata. Ma era già la terza
moglie, convivente, e ha fatto a Jacob quattro figli – venti sono quelli
riconosciuti.
Grillo a
Bruxelles lascia gli anti-euro britannici per passare al gruppo parlamentare liberale.
Cioè agli europeisti puri e duri. Non per essersi convertito, ma per avere
incarichi nel Parlamento europeo, e accesso a una parte consistente del fondo
spese dei parlamentari za 5 Stelle, pari a 700 mila euro.
Al
Tribunale di Roma che venerdì deve pronunciarsi sull’esposto di un avvocato di
area Pd sulla costituzionalità del suo contratto per l’ortodossia con 5 Stelle,
pena il pagamento di 150 mila euro, Virginia Raggia raddoppia l’argomento dell’esponente.
Ha presentato una memoria in cui sostiene che il contratto e la penale sono nulli in
quanto in contrasto col codice civile. Lei, giustamente, è avvocato civilista e
non costituzionalista.
A Torino,
invece, Chiara Appendino non ha sottoscritto alcun impegno. Non costretta,
evidentemente. È dei romani che Grillo non si fida? O dice quello che prima gli
passa per la testa?
“Missione:
sopravvivere a Trump & Co.”. Martin Wolf, il commentatore economico del
“Financial Times” è catastrofico sull’ “Espresso”: “Incantati Da un demagogo
per finire in mano a un tiranno: può accadere nelle più importanti democrazie
occidentali? La risposta è sì”.
Negli
Stati Uniti? Un sistema istituzionale che ha superato la guerra del Vietnam, l’inconvertibilità
del dollaro, l’uso sconsiderato della bomba atomica? Serve più allarme o più
onestà intellettuale?
“la Repubblica” di De Benedetti – di Calabresi? dell’uno
e l’altro insieme – è per la guerra a Mosca. Che sarebbe all’origine della
vittoria di Trump. Le prime cinque pagine menano il torrone. Rampini viene in
sesta, per dire che Obamacare sì, la riforma sanitaria di Obama è bella di
buona ma costa maledettamente caro, e qualcuno gli ha votato contro.
Quando saprà il lettore di “Repubblica” – che pare sia
una lettrice – perché Trump ha vinto le elezioni? O lo hanno votato i russi,
marpioni?
Pezzo forte dei dossier della Cia & company sullo
spionaggio russo sono le intercettazioni dei politici e funzionari di Mosca che
esultano per la vittoria di Trump. Ci voleva lo spionaggio per scoprirlo, siamo
ridotti male?
Nessun dubbio in chi ha visto Napoli-Sampdoria che
l’arbitro Di Bello ha giocato per il Napoli. Non ha fatto errori, ha proprio
giocato per i padroni di casa. E allora? Niente, va bene così.
“Non è la crisi la nemica delle nascite”, argomenta
Federico Fubini su “Sette” portando al confronto il boom del 1944, l’“anno
terribile dell’Italia”. E invece sì: il 1944 era la speranza, il paese rinasceva
dopo la guerra, per tre quarti dell’Italia già finita.
Si
stracciano le vesti, i giudici e i giornalisti romani, alla “rivelazione” che
per entrare all’Atac, all’Ama, e alle altre aziende del Comune di Roma, e non
esclusi i Vigili Urbani, Il primo stipendio annuale, a volte anche due. Cosa
che a Roma tutti sanno – le famiglie si tassano per l’anticipo, si fanno “buffi”.
Ci sono
le sanzioni contro la Russia, ma non impediscono all’americana Glencore e al
fondo del Qatar Qia di comprarsi un 20 per cento di Rosneft, il gruppo del
petrolio di cui Putin ha messo in vendita una quota. Un acquisto finanziato dalla
milanese Intesa San Paolo, con vanto. Gli affari vengono prima.
“Chi è
indagato può non dimettersi”: nessun dubbio che Grillo ha cambiato le regole
per non perdere Roma, sapendo che la sua sindaca Raggi dovrà essere incriminata.
Ma: come ha fatto Grillo a saperlo? Lo sa da Cantore, da Ielo, dai Carabinieri,
dalla Finanza?
Come fa
Grillo a sapere di un avviso di reato in arrivo è il vero problema, Che però
non possiamo risolvere. Invece è chiaro che il comico è un politicante, di molto
vecchi conio: un opportunista e un furbo.
È per
questo che Grillo riceve infine la benedizione dei grandi quotidiani? Ai quali comincia
a piacere anche l’inutile Raggi. Che è, al meglio, una sprovveduta. La Cenerentola,
come non pensarci. Ma noi che principi siamo che ce la possiamo permettere?
I
banchieri amano farsi ritrarre frontali con le braccia conserte. È la posa
del mezzobusto, di uno cioè pieno di sé. Danno sicurezza, o si danno sicurezza,
sui milioni che si pagano cm retribuzione?
La
semantica la dice una posizione di difesa. Contro il risparmiatore?
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