“Giovanile, velista, spigliato,
un bavarese così raffinato da parere finto, Alexander Dobrindt ha impazzato
contro l’Italia per tutto il 2012, fino a Natale, nel quadro d’una crociata
anti-mediterranea, Spagna esclusa – per essere la Spagna mezzo visigota? o
mezzo atlantica: su che mare ha casa l’onorevole Dobrindt?” – G.Leuzzi,
“Gentile Germania”, p. 75. Ora s’attacca alla Fiat, dopo l’euro e Draghi. La Germania premia, giustamente, la coerenza.
Questa
non è la prima, è la terza o quarta volta che Dobrindt da qualche mese attacca
la Fiat. Sui cui modelli fa suoi personali test di emissione. Senza aver mai
fatto o detto nulla contro Volkswagen, che i regolamenti antismog ha sicuramente
violato. Furbo – anche i tedeschi ogni tanto lo sono.
Furbo l’azzimato
ministro, attacca 500, Doblò e Renegade, i modelli che Fiat vende in Germania.
Con le Alfa nel 2017 gli verrà il mal di fegato – Bmw è campione nazionale in
Baviera?
Ma Dobrindt
non è nessuno: futuro
capo della Csu, la democrazia cristiano-sociale, è ministro dei Trasporti. Può
e vuole fare danni, anche senza beneficio.
“Otto supermiliardari
possiedono la stessa ricchezza netta (426 miliardi di dollari) della metà più
povera del mondo, vale a dire 3,6 miliardi di persone”. Il calcolo è di Oxfam,
organizzazione filantropica, ma sui dati del migliore capitale, di “Forbes” e
Credit Suisse.
“L’esplosione
del populismo è il fallimento della sinistra liberale” – è il contributo di
Slavoj Žižek a C17, la conferenza di Roma sul comunismo,18-22 gennaio, che il “Corriere
della sera” anticipa oggi. Di una sinistra affarista: i poveri hanno votato
Trump e non Clinton. E arrogante: si rifà insolentendo nei talk show i
populisti. Gli unici a spendere per i poveri, in Polonia e, secondo promessa,
negli Usa.
“Continuo o pensare che il ballottaggio sia il modo
migliore per evitare inciuci”, spiega Renzi a “la Repubblica”: “Se la Consulta
lo boccerà, c’è il Mattarellum. Con il proporzionale si torna alla Dc”. Vero,
ma l’Italia lo ha già bocciato. C’è voglia di Dc dietro Grillo – una mancia per
tutti.
“Il Pd
potrebbe vantarsi di un Jobs Act votato dalla sinistra”, dice ancora Renzi a
“la Repubblica”, “di unioni civili votate dai cattolici, della legge sul
caporalato e del miliardo e otto stanziati per la povertà, degli oltre 17
miliardi di recupero della lotta all’evasione, dell’abbassamento delle tasse. Invece
i nostri votano in Parlamento, e tacciono nel paese”.O nel Paese non votano
contro?
Ma questi
sono più Dc o più Pci?
L’acquisizione
dei cantieri navali Saint-Nazaire da parte di Fincantieri, che si può
configurare come un salvataggio ed è comunque un azzardo, genera mura di no e
boicottaggi in Francia. Mentre l’assalto di Bolloré a Mediaset, una comoda
banca della pubblicità, è osannata. I cantieri navali sono “strategici”, l’informazione
no. L’Europa è sempre malata di nazionalismo
Condannata
per corruzione a due anni e mezzo di
carcere e 600 mila euro di multa – pena ridotta perché patteggiata – e quindi
licenziata, una dirigente del Consorzio del Mose, la fabbrica della corruzione
a Venezia, viene reintegrata al lavoro da un’altra giudice, con risarcimento
per il danno morale e economico, di 1,3 milioni. La corruzione viene dalla
giustizia.
Soros,
dice il “Wall Street Journal”, aveva scommesso su Hillary Clinton e ci ha
rimesso un miliardo di dollari. Ma è sempre ricco e ricchissimo. Forse ci ha
guadagnato sull’Ucraina.
L’Ex
braccio destro di Soros, Stanley Druckenmiller, col quale aveva sbancato
l’Italia e l’Inghilterra nel 1992, guadagnandoci un miliardo, ci ha visto giusto
e ne ha ricavato “lauti guadagni”. C’è una morale nelle elezioni politiche ma
non si può dire.
L’occupazione
militare dei paesi baltici, l’inchiesta sull’Fbi delle mail clintoniane, la
vendetta sulla Fiat-Chrysler, quanto squallore nell’uscita di scena di Obama.
Magari Jeep ha barato sulle emissioni, ma all’ultimo minuto utile?
O
va azzoppato il diesel, che è tedesco e italiano, prevalentemente, e ha troppa
fortuna.
Obama
vuol essere un ex presidente ingombrante, capo dell’opposizione? Questo è
perfino incostituzionale in America, fuori della costituzione materiale.
Voteremo
a marzo per evitare la commissione parlamentare su Mps? Sicuramente sì, se la
proposta di commissione verrà mantenuta. I traffici della banca senese con
questo e quello, soprattutto con gli editori di giornali, devono restare
riservati – basta leggere la reazione di “la Repubblica” alla proposta.
La
storia è stata subito ingarbugliata, tra grandi debitori veri e presunti di
Mps. È tattica scontata, a Montecitorio e nei tribunali, per insabbiare gli
scandali. Ma che ci siano esposizioni plurimilionarie si è sempre saluto –
anche da questo sito
Di
chi, a crisi aperta, poteva usare la politicizzatissima banca senese come
bancomat a perdere.
Trump?
È Berlusconi (“Donald a scuola da Silvio”): così Francesco Merlo su “la
Repubblica” presenta il presidente americano dopo la sua prima uscita pubblica.
E lo pagano pure – il Merlo?
Dopo
la sua – di Merlo – farsa della consulenza per rivoluzionare l’informazione
Rai.
Alla
Corte Costituzionale sul referendum della Cgil contro il Jobs Act la giudice
Silvana Scianna, che viene da destra (eletta dal Pd con Fdl e 5 Stelle) figura
di sinistra, Giuliano Amato, che viene dalla Cgil, di destra. Si sono
rovesciati i fronti? Al gioco dei
quattro cantoni?
I
giornali hanno perso pubblicità e copie ancora nel 2016, e di più a Roma. La
notizia viene comunicata dalla Fcp, la federazione dei concessionari di
pubblicità, insieme con quella dell’assoluzione di Marino a Roma per lo
scandalo degli scontrini. E non si sa se non è una buona notizia – il calo delle
vendite e della pubblicità.
Senza il
digitale, a diffusione incontrollabile, il “Corriere della sera” vende 300 mila
copie giornaliere, “la Repubblica” 250 mila. Meno della metà di dieci anni fa. In
un trend in calo costante. Ma è come non detto.
Però,
Verofstadt, liberale, europeista e tutto, gli eletti di Grillo li voleva. Per
avere più poltrone di comando nel Parlamento europeo, e più soldi. Tutto il
mondo è paese, o Bruxelles è dei furbi.
Bolloré
prima non ha onorato l’acquisto di Premium, facendo crollare le quotazioni in
Borsa di Mediaset. Poi è partito a comprarsi Mediaset a forte sconto. Furbo,
pure lui. Ma la Consob che ci sta a fare – che ci costa pure caro? E il Garante
per la Comunicazione?
“Uber
vale 60 miliardi, quattro volte Fca”, Sergio Marchionne. Vale che cosa? Non è
bastato il boom delle dot-com e la New Economy vent’anni fa? Tiscali valeva più
della Fiat. Fu creato un listino apposta, il Nuovo Mercato: un vero furto con destrezza
La storia si ripete uguale nella stessa generazione.
Paolo Conti,
che al “Corriere della sera-Roma” cura i mal di pancia dei pensionati, prende
va al McDonald’s aperto a San Pietro, dopo le proteste ricevute. Ne esce
trasecolato: decoro, pulizia, sapori, e prezzi contenuti. In un quartiere
devastato dal cibo di strada per il turismo di massa, scongelato a prezzi
proibitivi. Cioè: Conti non era mai stato in un McDonald’s.
Bisognerebbe
farne materia di esame per i cronisti: la visita a un McDonald’s, oltre che a
un ospedale – e a una scuola, perché no: dove va la gente.
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