Una festa d’affetti da uomo laico,
propone Guido D avco Bonino, che la raccolta ha curato, nove raccont brevi
legat alla fede più che al Natale. Da uomo di fede in realtà, laico. Pirandello
non avrebbe potuto reggere il gioco degli uno, nessuno e centoila, e dei
persoamnggi in cerca d’autore, senza uno zoccolo duro. Multiforme ma roccioso.
All’orza ma di un albero maestro solido: di radici, tradizioni, linguaggi, psicologia,
logica.
O, se si vuole, un altro Pirandello. L’altro.
Operoso e sempre innovativo ma prima della disidratazione, trabordante di umori
e di linfe. Iperletterato, ma impossibile da ridurre alla unidimensionalità del
nome. Beffe e paradossi. Segni irriverenti, ma dappertutto di Dio. Le beffe
sono dei miscredenti: il prete che, già un secolo a passa f a, non voleva si
celebrasse il Natale, e altri positivisti cattivi o stupidi. La sintesi è
semiseria ma non aliena della fede nele varie forme: “Se Cristo fu logico
quando, per togliere a Dio la reposnabilità del male,spostò la finalità suprema
dala terra al cielo, più logico di Cristo fu poi il Cattlicesimo, il quale si
avvide bene che gli uomini non potevao per un premionon ben sicuro di là, oltre
la vita, durare a lungo nellp’amara e
dura raseganzione e nel disperzo deibeni di quaggiù e vole la pompa, vole le
feste..”
Prima della “corda pazza” c’è già - “La
messa di quest’anno”, 1905 - la “pompa a filtro”: una pompa “che mette in
comunicazione il cervello col cuore; e la chiamano Logica”. Serve a questo: “Il cervello pompa con essa i sentimenti
del cuore, e ne cava idee”. Un’impressione, una memoria, un povero sentimento,
anche doloroso, “pompato e filtrato dal cervello per questo di questa
macchinetta, diventa idea astratta, generale”. Risultato? Soffriamo della
contingenza, del caso particolare, come ogni essere animato, e in più ci intossichiamo
la vita “col sublimato corrosivo della deduzione logica”.
Luigi Pirandello, Sogno di Natale, Interlinea, remainders, pp.117 € 4
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