Accomodazionismo
– È
di Galileo, prima che di Roger Wiliams. La parola e il concetto ritornano come
professione di fede laica, in chiave di inculturazione (abbigliamento, alimentazione,
riti, anche diritti speciali, in Inhghilterra), fra culture e fedi diverse
chiamate a convivere nell’universo un tempo cristiano. Rilanciati da Martha
Nussbaum , “La nuova intolleranza”, elaborati dal pastore e teologo Roger Williams
a metà Seicento, il teologo inglese emigrato in America con la seconda ondata
di puritani, poi da questi ostracizzato per il suo messianismo. Uno dei primi
antischiavisti, fautore della libertà di culto nonché di un paritario trattamento
degli indiani d’America, fondatore del Rhode Island e della Prima chiesa
Battista, Williams teorizzò, predicò e praticò per primo la separazione tra
Stato e Chiesa – che sarà poi uno dei fondamenti della costituzione americana. La
separazione intese non come una punizione o privazione della chiesa, ma come una
liberazione e un arricchimento, una sorta di licenza a occuparsi del suo
proprio bene. E la separazione propose come “accomodamento”, con come il “muro”
che Thomas Jefferson introdurrà interpretando la sua costituzione.
Wiliams
è con Locke all’origine della tolleranza. Il concetto di accomodamento tra
chiesa e stato estendendo al rapporto tra fede e scienza. Ma in questo era
stato preceduto da Galileo, che nel “Dialogo dei massimi sistemi” lo fa
argomentare dai suoi personaggi. Tra le tante obiezioni nela prima giornata del
peripatetico Simplicio all’universo copernicano, c’è che, essendo così vasto, molto
al di là del sistema solare, è troppo grande per essere bello, cioè creato. Il
copernicano Salviati ha buon gioco a qualificare questa per presunzione, e
quasi una bestemmia: tropo grande per Dio? Dio certamente una concezione della
bellezza molto più vasta e comprensiva della nostra. Il fato che Dio abia un
occhio di riguardo per il passerotto significa che lo spazio tra il passero e l’universo,
come Dio lo vede, è fuori della nostra portata. È l’argomento del neo
accomodazionismo in favore dell’evoluzione, la nuova dialettica fede-scienza: l’evoluzione
non è alternativa al disegno intelligente, o creazionismo scientifico, è un
disegno intelligente più intelligente.
Il
rilancio dell’accomodazionismo è, secondo i Nuovi Atei, opera dei gesuiti. Dal
concetto alla forze in campo, anche questo non è mutato dal tempo di Galileo:
non c’è tolleranza, ogni concorrente è esclusivo. Galileo argomentata felice
nel “Dialogo” di accomodare la scienza alla sua fede, ma la chiesa decise
altrimenti.
Bene – In un mondo
senza Dio – senza comandamenti - dove altro si trova? Nei diritti umani
dell’Onu, per esempio nel Mediterraneo che si riempie di morti? Bisognerebbe –
bisognerà – instaurare un altro metro: senso comun, utilitarismo, valori
condivisi, valori intrinseci (saere, creatività, arte, amore, amicizia, libertà
individuale (rifare a lista, è quella
della Nyrb)? Un sistema di valori, “questo è bene”, “questo è male”: ma i
valori non erano e sono insidiosi? Maneggiabili: che valori avremmo se Hitler
avesse vinto la guerra? Stalin l’ha vinta ma poi abbiamo dovuto armare la
guerra fredda, con i miliardi di kilotoni accumulati con la Bomba.
Contemporanea
(Arte) –
L’arte contemporanea è caratteristicamente negatrice del museo – della
continuità, della preservazione, dell’esemplare: événémentielle. Ma è quella che più ha ricorso, molto di più che in
età precedente, a mostre, ampie, lunghe, costosissime, e luoghi di raccolta e
testimonianza, propriamente musei. Il contemporaneo è una negazione di se steso
che vuole però riprodursi (sopravvivere-celebrarsi) in quanto negatore.
Dovrebbe
conseguentemente scomparire, in quanto negazione di un “prodotto” artistico
eterno, ma in realtà è alla ricerca di un’altra immortalità, basata sulla
negazione, la cancellazione, l’occultamento.
Dialettica – Opera sempre
più in chiave di rovesciamento: il belo
è brutto, il brutto è nello, il terremoto è la ricostruzione, la distruzione è
la speranza. E ora l’abiura come atto di fede, al cinema e non solo. Che è un altro
modo per dire che Dio è il diavolo. Lo schema della dialettica, che è conoscitivo,
è stravolto nell’ontologia, nell’essere. Non solo nella conoscenza o logica
corrente, dell’ “uomo della strada” o del web, ma nella riflessione.
Un’invasione
di campo che passa attraverso la psicoanalisi: la coscienza determinata (controllata-gestita-manovrata,
in realtà depotenziata e anzi annullata) dall’incosnsicio, l’essere dal non
essere, la parola dall’ambiguo e anzi dall’insignificante.
Disinformazione – Passa oggi
attraverso l’informazione. Non è cioè agita, da soggetti individuati, a un fine:
è un modo di essere. Confusa con la democrazia, specie sul web, ne è invece la
disintegrazione. Uno svilimento radicale: inavvertito indolore e per questo letale. L’opinione
pubblica ha perso senso e forza, e con essa quindi la democrazia.
Il
teorico dell’agnotologia (ignoranza), Robert Proctor, la imputa ai centri di
potere: i grandi interessi economici, le grandi leghe confindustriali, Big
Pharma, Big il, Big Tobacco, etc. – a Washington operano non meno di cinquemila
lobbies di interessi costituiti. Ma è più vera l’anticipazione di Marshall
McLuhan, “il mezzo è il messaggio”. Che sconta anche il concetto di fake news – di fatto, se non si può dire
che non c’è notizia non falsa, è quello che succede nella finta
democratizzazione dell’informazione, che ognuno può dire ciò che vuole.
Giuda – È in effetti
personaggio cristiano: tradisce un individuo, uno cioè che ha una coscienza. Altrimenti
non si tradisce, si fa. Non c’è il tradimento in Omero, in Tucidide, dove pure
pullulano: vengono registrati come eventi, il tizio ha fatto questo, non
sottoposti a giudizio morale. Il concetto di tradimento è legato a una responsabilità
e una coerenza individuali.
Indizio – È “prova”
poetica: letteraria, fantasiosa, inventiva. Un indizio conduce in mille posti.
Ogni indizio è uno di miriadi, tutti egualmente veridici, se non anche verificabili.
In
un racconto satirico giocato su uno stratagemma filosofico, “A Double-barrelled
Detective Story” (“Doppiette”), Mark Twain mette in scena Sherlock Holmes,
redidivo “dopo essere morto tre volte”, tra i cercatori d’oro rozzi della
California. A i quali il nipote Fetlock Jones,
uno poco presentabile, così lo presenta: “Sa che non è capace di scoprire un
crimine senza aver progettato in anticipo ogni cosa e sistemato gli indizi e
assunto qualcuno perché lo commettesse seguendo le sue istruzioni….”. I rozzi minatori
prenderanno Sherlock Holmes viene preso al suo laccio, di indizi che nessun
altro ha raccolto, nemmeno lui – gli indizi in effetti sono interminabili.
Sacerdote - Figura e
personaggio in disuso, in epoca di dereligione, a favore del maestro. Mentre
sarebbe invece figura di riferimento nella laicità. È infatti ministro di culto,
ma essenzialmente un amico e confidente, fuori da ogni ombra concorrenziale o
competitiva. Mentre il maestro va col potere. Come minimo con la pedagogia.
Si
è maestri nel buddismo, nella gerarchia del buddismo, anche se solo funzionale:
c’è uno che insegna ad annullarsi, per realizzarsi al meglio – non
evidentemente per annullarsi, in quanto maestro.
zeulig@antiit.eu
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