È pieno di
incongruenze lo scandalo Marra-Romeo-Raggi Cioè di punti criminosi evidenti che
non sono stati e non sono indagati.
La triade si
avvale di un “innominato” per compilare i dossier contro i propri nemici, nel
Pd e tra i 5 Stelle. È della Guardia di Finanza, corpo di cui Marra è stato ufficiale?
È possibile. Ma, poiché non si indaga, è
più che possibile.
Spunta un dossier
contro Romeo. A stretto giro di posta lo si copre con la voce che è opera di
Lombardi, la deputata 5 Stelle concorrente di Raggi a Roma. Lombardi denunzia.
Ma non importa: importa che il dossier Romeo non viene esaminato, ma coperto
con la disinformazione, come è l’uso nelle indagini deviate.
Romeo ha acceso
polizze vita che sanno di riciclaggio. Anche solo a fini fiscali, per benefici
fiscali, ma sempre investimenti finti. Gli inquirenti dicono che non è reato. E
invece lo è, sotto più aspetti. Il beneficiario delle polizze vita dev’essere reale
e identificato – non una “figlia” inesistente, come pare sia il caso, o una
ignara Virginia Raggi. Questo è tassativamente richiesto dalle norme antiriciclaggio.
Di cui gli inquirenti non possono non sapere.
A proposito di questa
formula, è solo in questo caso che la occhiuta giustizia italiana risparmia il
politico, e anzi lo rende ignaro di tutto. Non c’è più nemmeno la
responsabilità oggettiva. Chi e che cosa coprono gli inquirenti?
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