Un prezioso recupero di Claudia Ciardi:
tre racconti di un scrittrice dimenticata (due dei tre racconti inediti in italiano),
benché sia stata anche molto italiana di
formazione, e al centro del Jung-Wien, il movimento che animò la Grande Vienna
a fine Ottocento-primo Novecento, avviato da Hermann Bahr, con nomi altrimenti
prestigiosi, Hofmannstahl, Schnitzler, Musil, Joseph Roth.
Una suora-infermiera e un paziente
moribondo, ai quali stato negato in
gioventù l’amore, si spogliano delle convenienze in punto di morte del
paziente, in un monastero-ospedale sotto il Cristallo, “che divide il Tirolo dall’Italia”.
Una bellezza – attrice? cantante? una principessa? - che domina l’immaginario
dell’Italia ha un momento di tristezza quando una bimba le chiede di chi è
mamma. Un salotto raffinato a Vienna pieno di stupidità e brutalità, di ordinario
filisteismo, come si diceva all’epoca.
Else Jerusalem, che ebbe vita avventurosa
– il cognome è del suo primo marito, il mercante ebreo Alfred Jerusalem - tra
Vienna e l’Argentina, è “figura molto singolare di letterata-antropologa”, nella
sintesi di Claudia Ciardi. Autrice di racconti e saggi sulle criticità di
Vienna Fine Secolo e l’infelicità della condizione femminile. E di un romanzo,
il su unico, “Lo scarabeo d’oro”, in cui ambienta l’impero alla finis Austriae in un bordello. Successo
immediato, ristampe a dozzine, scandalo, “romanzo immorale”, trasposizione
cinematografica, censura. Poi l’oblio.
Else Jerusalem, Liberazione, Via del Vento, pp. 37 € 4
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