domenica 26 febbraio 2017

Finis Austriae al bordello

Un prezioso recupero di Claudia Ciardi: tre racconti di un scrittrice dimenticata (due dei tre racconti inediti in italiano), benché sia stata  anche molto italiana di formazione, e al centro del Jung-Wien, il movimento che animò la Grande Vienna a fine Ottocento-primo Novecento, avviato da Hermann Bahr, con nomi altrimenti prestigiosi, Hofmannstahl, Schnitzler, Musil, Joseph Roth.
Una suora-infermiera e un paziente moribondo, ai quali  stato negato in gioventù l’amore, si spogliano delle convenienze in punto di morte del paziente, in un monastero-ospedale sotto il Cristallo, “che divide il Tirolo dall’Italia”. Una bellezza – attrice? cantante? una principessa? - che domina l’immaginario dell’Italia ha un momento di tristezza quando una bimba le chiede di chi è mamma. Un salotto raffinato a Vienna pieno di stupidità e brutalità, di ordinario filisteismo, come si diceva all’epoca.
Else Jerusalem, che ebbe vita avventurosa – il cognome è del suo primo marito, il mercante ebreo Alfred Jerusalem - tra Vienna e l’Argentina, è “figura molto singolare di letterata-antropologa”, nella sintesi di Claudia Ciardi. Autrice di racconti e saggi sulle criticità di Vienna Fine Secolo e l’infelicità della condizione femminile. E di un romanzo, il su unico, “Lo scarabeo d’oro”, in cui ambienta l’impero alla finis Austriae in un bordello. Successo immediato, ristampe a dozzine, scandalo, “romanzo immorale”, trasposizione cinematografica, censura. Poi l’oblio.
Else Jerusalem, Liberazione, Via del Vento, pp. 37 € 4

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