È l’ultimo anno dei quattro di impero del
quattordicenne imperatore. Il giovane avventurista romano, l’imperatore-compagno,
s’immagina di smobilitare il Potere dell’interno. Ma non fa che una storiaccia,
di breve durata. Tra Jarry e Artaud – e Elio Lampridio. In un week-end al mare con
delitto. A Ostia – il viaggio a Ostia è nella “Messalina” di Jarry. Vittima di
quattro mamme “anni Trenta”, dentro una famigliaccia piena di debiti.
L’imperatore diciottenne è ancora l’“anarchico
incoronato” di Artaud. Con ampi estratti dalla “Vita di Eliogabalo” dell’umanista
Elio Lampridio. Molti elenchi. Epitaffi in serie – la posterità. E “il
magazzinaggio rivoluzionario”, insieme col “mansionario del pluralismo”: progetti,
propositi, slogan, frasi famose e modi dire dell’anno fatidico. Un desiderio –
dell’autore – di essere nel mezzo, e la riserva del reazionario costante – “come
andrà a finire?”
Una “commediaccia pop” la vuole
Arbasino. Composto – “composto”, non scritto – nel 1968 e pubblicato nel 1969, è
anche il libro di note che l’autore allora vagheggiava, sulla traccia di Gadda
(al quale però piaceva narrare). Una sorta di postmoderno prima dell’avvento
del postmoderno. Con l’ironia di sempre - la cifra di Arbasino - e cioè con la
critica del postmoderno stesso.
È una lettura che si riproporrà per le
celebrazioni del Sessantotto, di cui la “commediaccia” si vuole epitome. Che la
prima riedizione, dieci anni dopo il 1969, così compendia, in lingua
arbasiniana – attribuendo, per un refuso?, l’invenzione del ’68 al terribile
decennio seguente: “L’ironia, la creatività, la corporeità, il neo-dada, lo
spontaneismo, il nonsense, il gioco, la trasgressione, il terrorismo della disseminazione, la
liberazione del desiderio, il situazionismo del Self, l’eruzione dei Bisogni,
il rifiuto della Storia burocratica e delle Scienze dittatrici, la
demistificazione del falso progresso industriale, i deliranti e gratificanti
frullati Nietzsche-Adorno-Lacan-Totò”. Con canzonette, battute e dialoghi da
nuvola dei fumetti.
Non una celebrazione, in realtà, ma una satira.
Non detta, mimata. Un po’ per ridere, ma anche, un pochino, sul serio.
Arbasino, critico sociale attento e quindi reazionario per definizione, coglie
i modi di essere, dire, fare, del suo Sessantottino, mettendolo sul ridere – ma
un po’ no.
Alberto Arbasino, Super-Eliogabalo, Adelphi, pp. 406 € 25
Nessun commento:
Posta un commento