Un morto assassinato due volte. E i
segreti cosiddetti inconfessabili tra un padre “scannatore” e i figli. Il
racconto di Camilleri è sostanzioso, ancorato alle passioni prime. Sironi
riesce sempre a magnificare la scena, malgrado le riduzioni di budget (evidenti:
interni prevalenti, non più di quattro o cinque scenografie, pochi “campi”,
tutto “piani”, schiacciati sulle figure). E a mantenere il ritmo ormai
classico, del personaggio e dell’ambiente.
Alberto Sironi, Un covo di vipere
Alberto Sironi, Un covo di vipere
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