mercoledì 8 febbraio 2017

Ombre - 353

“Nessun elemento apprezzabile per sostenere un processo”. Due terzi degli incriminanti per Mafia Capitale ne escono puliti. Dopo due anni, quasi tre. Dopo essere stati in realtà condannati, dagli inquirenti con trombe.
L’incauta accusa una volte era un delitto, da punire. Ora è indispensabile alla carriera – “quante incaute accuse hai fatto?”

L’onorevole Di Maio, il pupillo delle tv e dei giornali, non passa giorno senza una sua estesa intervista, compila una lista dei giornalisti da proscrivere perché diffamano 5 Stelle. E per questo continua a essere lungamente intervistato – uno che non sa nulla ma ha molto da dire.

Celebra Milano a ripetizione Mani Pulite. Inutile dire che è il moralismo degli immoralisti: profittatori, trescatori. Ne celebra i venticinque anni in anticipo su tutti l’Associazione dei giovani avvocati. I quali si sono in pensiero: Mani Pulite fu l’eldorado dell’avvocatura, specie dei giovani avvocati, non soltanto di Lucibello, l’amico di Di Pietro, ora il piatto langue.

“Mani pulite, tasche piene”, diceva arguto all’epoca l’avvocato Flick, poi ministro dellla Giustizia. Per gli avvocati e non solo: furono una fortuna per i traffichini col palazzo di Giustizia, poi insediati nella cose pubblica.

Virginia Raggi muore dalla voglia di autorizzare lo stadio della Roma, che è una speculazione immobiliare, gigantesca, lo vedono tutti: un milione di mc., di cui solo 140 mila per stadio e servitù. Dopo aver privato la città dell’Olimpiade – “è una speculazione immobiliare” – che invece avrebbe portato a Roma gli investimenti, pubblici e privati, di cui ha bisogno: strade, nettezza urbana, cura del verde, promozione dei monumenti, accoglienza.

Oltre la metà dei giornalisti iscritti all’Ordine è sconosciuta all’Inpgi, alla previdenza di settore – non paga contributi (rapporto Lsdi, Libertà di Stampa Diritto all’Informazione). Cioè non lavora o lavora in nero. La morale? Di una professione che si fa guardiana della morale?

È reddito zero del resto per quattro giornalisti non contrattualizzati su dieci. Ed è lavoro autonomo, a partita Iva, per il 65 per cento degli iscritti al’ordine – tra essi anche molti contrattualizzati.

Risultano in sostanza iscritti all’Ordine dei giornalisti, per una modica cifra annua, i laureati di certe facoltà, in automatico. Le quali “si vendono” una professione che non esiste. Quella di giornalista è una qualifica, come usava tra i galantuomini meridionali, che faceva contenti, senza danno.

“Anello della Pace” a Toronto, di ebrei e cristiani, attorno a un centro culturale islamico, in solidarietà contro l’attacco il 29 gennaio al centro islamico del Quebec. C’è mai stato un anello della pace islamico a Parigi o a Berlino, dopo gli attentati?

Juventus-Inter big match preparato per una settimana con paginate, speciali tv, interviste e anticipazioni, viene liquidato dalla “Domenica Sportiva” con una storia di rigori, che c’erano naturalmente per la squadra che ha perso e l’arbitro non ha dato. I tifosi della squadra perdente dicono di no, in sovrimpressione, non gli interessa, la partita è un’altra cosa, ma Antinelli è inflessibile: non c’è altro.  Fa rivedere il rigore – di due poi sono diventati uno - una cinquantina di volte. Fa informazione? No. Fa spettacolo? Certo no. Cosa fa? L’hanno messo lì per perdere spettatori?

Scandalo all’università, 600 professori in allarme: “I ragazzi non sanno scrivere in italiano”. Quando da trent’anni almeno le facoltà di Lettere  e Lingue impongono un corso propedeutico di alfabetizzazione. Primaria, da terza elementare. Ma non possiamo farci l’esame di coscienza: chi ha smantellato la scuola?

Si manifesta in ogni piazza e in ogni pagina contro Trump che, in America, blocca per quattro mesi i visti degli iraniani. Non si protesta per il ricercatore iraniano in Italia che gli ayatollah hanno condannato a morte, durante un breve rimpatrio, senza processo. Sarà colpa di Trump? Tacendo che il regime d’illegalità, di condanne senza processo, dura in Iran da quasi cinquant’anni.

Non c’è dubbio che Virginia Raggi “sapeva”. Una politica di lungo corso, seppure oscuro. Ma è innocentata. Magia del nome?

Si può capire la Procura di Roma, con la singolare teoria che le assicurazioni reciproche, tra polizze vita e promozioni fulminee, non sono scambio, non sono reato. La Procura di Roma, che era renziana, ora è grillina, le fulminee carriere prospettandosi col governo Di Maio? Ma i giornali, sono sempre quelli del tanto peggio tanto meglio?

Si fa finta di non sapere che le polizze vita, finte, sono investimenti, per l’abbattimento fiscale alla stipula e al pagamento, e per il godimento, qualora si verificasse, esentasse, anche di beneficiari non consanguinei diretti. Non pignorabili. E una forma di pagamenti di prestazioni senza fattura, senza Iva e senza imposta sul reddito. Anche per importi elevati senza controlli possibili, quali invece si fanno per i contanti e i bonifici, anche per che migliaia di euro (lo “scandalo” era che Renzi ha elevato i controlli da mille a tremila euro). Polizze comunque riscattabili, se l’affare non andasse in porto. Romeo ha scommesso su Raggi sindaca e sulla sua propria promozione, tutto qua.

Indignati come dobbiamo essere contro Trump, gli diamo torto anche nella telefonata col premier australiano Malcolm Turnbull. Che gli immigrati africani e asiatici, lui, li tiene deportati in isole remote, Nauru e Manus.  E voleva approfittare della buona volontà di Obama per rifilarne un paio di migliaia agli Usa. Giustamente, in questo caso, Trump si attiene ai proverbi: “Chi ha la rogna….”.

«Lo sai a Luca quanto gli do? Cinquemila euro al mese... ogni mese... e io ne piglio quattromila». È a partire da questa intercettazione di Buzzi che è nato il processo allo stesso Buzzi. Poi trasformato in Mafia Capitale, facendo di Buzzi lo scagnozzo di Carminati, ex terrorista ero, invece che, come era, l’uomo di fiducia a Roma della Lega delle cooperative. Era Odevaine a pilotare gli appalti pubblici del sociale, Buzzi era sua vittima – stando alla telefonata – o suo compare. La mafia?

Che, poi, Odevaine non veniva da nulla. In Legambiente da ragazzo. Condannato a due anni per detenzione e spaccio di droga. Dopodiché si è cambiato il nome aggiungendo la e finale. Ed è  diventato vice capo di gabinetto di Veltroni sindaco, capo della Polizia provinciale con Luca Zingaretti, e poi, ministri Cancellieri e Alfano, all’Interno, al Coordinamento nazionale accoglienza richiedenti asilo, il business miliardario degli immigrati, in quota Pd.

Di Odevaine nelle cronache romane, dei giornali che seguono il processo Mafia Capitale, “la Repubblica”, “il Messaggero”, “Corriere della sera”, solo si dice nelle cronache che ha collaborato con Alemanno. Veltroni controlla ancora i giornalisti, come quando era alla Stampa del Pci, e teneva la cistka settimanale, che redigeva i dossier a carico dei giornalisti politici non allineati?

Alcune nomine del neo presidente americano hanno avuto l’ok di alcuni democratici al Senato, tra essi il segretario di Stato Tillerson. Atri democratici annunciano il loro ok al giudice conservatore (jeffersoniano) della Corte Suprema nominato da Trump, Gorsuch. Ma l’Italia non lo sa. Trump è controverso, ma non come la Rai-Sky, le nostre care tv a pagamento.

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