La Banca Nazionale dell’Abu Dhabi si è comprata
con 50 milioni in tre anni la rimozione della crocetta dal logo del Real
Madrid. La squadra era stata creata nel 1920 dal re di Spagna, la quale allora
aveva un re, e per questo piace ai padroni di Abu Dhabi, che un po’ hanno il
complesso di non essere re, come quelli di Bahrein, o dell’Arabia Saudita, ma
solo principi.
“Questo accordo”, sostiene il presidente madridista, il benemerito Florentino Peres, “aiuterà il club a conquistare
definitivamente i cuori dei nostri tifosi negli Emirati Arabi”. Che non arrivano
al milione, e ancora meno in Abu Dhabi – i più in quei deserti sono arabi e
asiatici immigrati, i poveri che fanno il lavoro dei beduini, i quali non lavorano, e gli impiegati egiziani e libanesi che
tengono i conti. Né la Banca Nazionale di Abu Dhabi, che sborsa i 50 milioni, ha nulla da vendere,
solo si è comprata la rimozione della crocetta.
Lo
stesso la squadra di Saronni, il ciclista, patron
dell’ex Lampre. Saronni ha tentato prima di venderla ai cinesi di Tj Sport, poi
ha trovato disponibile l’emirato, e subito ha ribattezzato l’équipe Uae Abu Dhabi. Saronni non aveva
croci da offrire, ma ha impegnato i suoi atleti all’astinenza dall’alcol – come
se gli emiri non bevessero.
Il
Vaticano potrebbe pensarci. Ora, questo papa non è venale, e quindi non cerca
sponsorizzazioni. Ma sai quante croci potrebbe vendersi la Santa Sede?
Nessun commento:
Posta un commento