mercoledì 22 marzo 2017

A Sud del Sud - il Sud visto da sotto (320)

Giuseppe Leuzzi

A parte le saghe – tarde – si trova poco della gloria dei vichinghi: ciondoli, qualche sasso, resti di barche, nessun documento, nessuna testimonianza. Il “National Geographic” ci fa una monografia,  ma le foto sono poche, tutte ricostruzioni – ipotesi e fantasie. E tuttavia l’Europa si vuole vichinga: fallita al scoperta dell’America, si trovano ora vichinghi dappertutto in Europa. In Scozia, Inghilterra, Francia, Spagna, tutto l’Atantico, il Baltico naturalmente, e i grandi fiumi. Soprattutto gli slavi si vogliono vichinghi, polacchi e russi. Anche qui il Sud rimane fregato – il Sud dell’Europa in questo caso.

Al largo della Scozia i pescatori si sono attrezzate per guadagnare qualche sterlina facendo “vedere” i delfini: portano i turisti con barche veloci, con protezioni robuste contro il freddo, in escursioni anche di ore, perché i delfini sono pochi e rari, e si aiutano vicendevolmente via radio nella ricerca. Attorno alle Eolie i delfini sono “troppi”, disturbano la pesca, e gli eoliani vorrebbero sterminarli.

La Procura della Federcalcio ha incolpato Andrea Agnelli, il figlio di Umberto, e la dirigenza della Juventus, la squadra della famiglia Agnelli, di essere al soldo della ‘ndrangheta. Nientedimeno. A quando la regina Elisabetta al soldo della ‘ndrangheta?

Ma c’è un ma. Quella della Federcalcio è una Procura molto “napoletana”. Come ovunque dove c’è da non lavorare, un lavoro molto ambito.

“Pizzo” significa becco, secondo Mario Puzo, “Il Padrino”: “il becco di un qualsiasi piccolo uccello come il canarino”. Lo desume dal’espressione “fare vagnari u pizzu”, ammollare il becco. E “mafia” fa dire in origine “rifugio”. Prima di “diventare il nome dell’organizzazione segreta che sorse per combattere i dominatori che avevano schiacciato il paese e la sue gente per secoli”.
E non c’è altra mafia, “Il Padrino” fa testo.

Marcello Cimino, lo sbandato bruciato vivo a Palermo, era anche un modesto e inventivo letterato della stessa città, col quale è capitato di condividere, in epoche diverse, gli studi al fiorentino istituto di Scienze Politiche “Cesare Alfiere”. Celebrato ancora in morte, nel 1990, da Michele Perriera nel libro-intervista “Marcello Cimino, vita e morte di un comunista soave”. Ma nessuno fa cenno all’omonimia, nessuno lo ricorda più. Palermo non ha memoria delle cose buone.

La regione speciale.
Per più versi la Sicilia è speciale sempre. Nella salve periodica di insolenze sul Sud, affidata questa volta  a Paolo Mieli invece che a Stella, il “Corriere della sera” ha lunedì alcuni fatti non inesistenti.
Dei 29 mila vitalizi ai politici, oltre a metà, 16.500, sono a carico della Regione Sicilia. Di che fare un bilancio – i vitalizi costano nel totale Italia 1,41 miliardi l’anno.
Su 23 mila forestali, 3.500 hanno condanne definitive per svariati reati, anche per incendio doloso, qualcuno per associazione mafiosa - molti comunque per reati contro il patrimonio, a danno di vicini, concorrenti, parenti.
I 23 mila forestali della Sicilia sono più di tutto l’arco alpino – questa è mancata a Mieli.
La spesa per “materiale informatico e tecnico” della regione Lombardia ha ammontato nel 2016 a 112 mila euro, quella della regione Sicilia a 1,7 miliardi. Questa andrebbe accertata – spendere quasi due miliardi per la cartucce delle stampanti? - ma in qualche misura dev’essere veritiera

Il Sud ignoto ai suoi
Nella generale esecrazione dei Borboni da parte degli illuministi napoletani figura la scarsa o nulla conoscenza del Regno stesso, al di fuori di Napoli. Che però era percorso, parliamo del coevo secondo Settecento, da torme di visitatori e viaggiatori. Per lo più non italiani, è vero. Che si “avventuravano”, oggi si pretende, come in una “natura selvaggia”. Ma ne uscivano indenni e anzi generalmente entusiasti, sempre arricchiti. Di esperienze e di conoscenze.
L’imprenditore agricolo, innovatore di parecchie colture, ed economista Domenico Grimaldi, del ramo di Seminara dell’omonima famiglia di banchieri genovesi (Seminara era stata anche proprietà degli Spinelli), imputa ai Borboni la poca conoscenza del Regno. Ma il governo era attivo, e anche efficiente. Si vede nelle ricostruzioni dopo i terremoti, nell’innovazione tecnica, nell’organizzazione produttiva. Erano piuttosto gli illuministi di Napoli a non conoscere il Regno. Grimaldi no, era uomo d’esperienza, anche se aveva studiato a Napoli, ma i suoi compagni di studi, a scuola da Genovesi, ed amici illuministi, Mario Pagano per esempio, Gaetano Filangieri, Melchiorre Delfico, lo stesso Jerocades, che veniva da Tropea.

Quando la poesia veniva dal Sud
L’industriale e scrittore Antonio Giusti fa un ritratto, in “Memorie scompagnate”, di Roberto Lerici, l’editore, suo amico di gioventù, “uno che si lasciava trascinare dall’entusiasmo per i suoi autori”. Lo coglie ad attività già avviata: “Per diversi mesi viaggiò su e giù per la Calabria solo per incontrare un vecchio poeta sconosciuto e convincerlo a pubblicare con lui. Era Lorenzo Calogero”. Che non era vecchio, ma la cosa è inimmaginabile oggi. A parte il fatto che non esistono editori alla Lerici.
Tramite Calogero, scrive ancora Giusti, Lerici “conobbe anche Pizzuto”. E fu l’apice della sua ambizione di editore: “In quel periodo Roberto non parlava che de “La signorina Rosina” e di “Si riparano bambole”, del colpo grosso che aveva compiuto”. Che lo portò al fallimento.
Erano gli Sessanta, ma di quale secolo? Oggi non sarebbe possibile, un editore milanese non s’incapriccerebbe di un siciliano, per principio.

Il leghismo è dei media
Savini a Napoli incontra le ostilità che ha incontrato a Bologna, a Firenze, qualche volta anche a Roma, dove pure è di casa coi suoi amici ex fascisti. Ma quelle di Napoli devono essere violente, brutali, da censurare, da perseguire, con largo schieramento di opinioni. La libertà di opinione e di parola è sacra, etc.
Non si finisce di ordinare (documentare) lo sfascio leghista. Due tentativi, molto argomentati,
e ancora non si finisce di farne il censimento.
La fonte più perfida, pregiudiziata e fomite di pregiudizi, è il giornalismo. Il migliore, il più grande, il più apprezzato, da Montanelli in giù. Dei Grandi Inviati ma anche dei corrispondenti locali, proni a recitare la lezione, del “Corriere della sera”, di “Repubblica”, dei tg nazionali, di “Striscia la notizia”, della grande editoria. Il Sud è un luogo paurosamente, costantemente, perversamente, di abominazioni: corruzione, ignavia, prepotenza, violenza, maleducazione, stupidità, sporcizia.

leuzzi@antiit.eu

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