Sono anni,
almeno due, che le compagnie telefoniche fanno pagare i canoni ogni 28 giorni
invece che mensilmente, con un pagamento in più l’anno. Che cambiano
arbitrariamente tariffa. Che fanno pagare, surrettiziamente, ciò che era
normalmente gratuito. Ma l’Autorità garante delle Telecomunicazioni se ne
accorge solo adesso. A nessun effetto peraltro.
Per la verità, una
parte almeno dei rincari surrettizi (gli “slittamenti” contrattuali) l’Agcom
aveva provveduto con decreto a regolarli. Ma il Tar del Lazio provvido aveva
provveduto a sospendere il provvedimento. È un gioco dei furbi, questo Stato penelopesco?
Ma tutti
questi, giudici e dirigenti delle Autorità di controllo del mercato, li paghiamo
noi oppure le compagnie?
Si è diffusa da
qualche tempo a Roma – effetto Raggi? - la multa stradale dei vigili urbani non
corredata dell’ammontare dell’esazione e della modulistica per il pagamento immediato.
Per far pagare le spese di notifica, salatissime, ad arbitrio del Comune, in appalto
a ditta di Rimini.
Dopo l’inflazione,
spazzata via arditamente quindici anni fa al momento dell’entrata in funzione
dell’euro, quando tutti i prezzi semplicemente raddoppiarono, Eurostat elimina
da qualche tempo anche la disoccupazione. La metodologia dell’ufficio
statistico europeo, imposta agli uffici nazionali come l’Istat, considera
occupato chi ha svolto solo un’ora di lavoro nella settimana della rilevazione
- “almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività (con o senza contratto)”.
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