giovedì 2 marzo 2017

Contro Rousseau

Joseph de Maistre da destra, come già Voltaire da sinistra, vedevano in Rousseau un "nemico del genere umano". Ma mentre Voltaire si è schermito, rifiutandosi al commento degli invii omaggio, De Maistre ci ha riflettuto sopra con durezza. Dapprima contro il "Contratto sociale", subito dopo, in questo pamphlet,  contro "L'origine della disuguaglianza" - la natura è buona, la società cattiva.
Ironico, sarcastico, sferzante, rilegge questo Rousseau in modo quasi spassoso. Nessuna incongruenza, nessuna faglia è trascurata. Soprattutto il tono generale della dissertazione: una scorribanda senza senso, così la legge meravigliato il suo critico. Insensibile alla natura, che vorrebbe santificare. Insensibile alla procreazione, alla donna, ai figli. Superficiale: "Non vede in tutto che la scorza delle cose". Di "carattere eccessivo". Svagato:"L'errore, negli altri scrittori,  procede lentamente e nasconde il suo incesso; ma in Rousseau non ha pudore". Tesi sbagliata. Dedica presuntuosa, "alla città di Ginevra", che non l'accolse bene.
L'obiezione di de Maistre è semplice: l'uomo è attivo e perfettibile, un essere sociale. La partita si gioca a ruoli rovesciati; l'antillumimista adotta la ragione, che Rousseau chiama invece "i lumi funestidell"uomo civile". Più che il rovesciamento, a de Maistre piace spiegare che il "filosofo" Rousseau procede in realtà "a casaccio", come lui stesso dice in nota.
Numerosissimi i rimproveri specifici. La società civile? Termine equivoco. E chi è primitivo e chi civilizzato? Ma,poi, anche lui è fine, vivace, e apodittico, come Rousseau.
Joseph de Maistre, Stato di natura. Contro Jean-Jacques Rousseau, Mimesis,  pp. 70 euro 10

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