Nonché contro il nemico invisibile contro cui punta i suoi moltiplicati budget militari, la sua prima vittoria Trump potrebbe averla vinta contro i media. Li ha presi di petto sembrava per avventurismo (irruenza, superficialità, insofferenza, reazionarismo), ma potrebbe non aver sbagliato il colpo. Detta l'agenda, con uso più accorto dei social. E fa senza essere in realtà disturbato.
Trump è alla Casa Bianca da due mesi ormai, e sicuramente non è stato con le mani in mano. Per temperamento. E perché un inquilino della Casa Bianca ha poteri enormi. Ma non ne sappiamo nulla. Solo che l'Fbi lo perseguita. Ci ha provato con le escort, ci prova con i russi - improbabili giornalisti riaffiorano dall'Azerbaigian, dal Kazakistan, dal Cremlino, e ci raccontano quanto questo presidente sia depravato. Che può essere ma non ce lo provano. Anche del golpe Fbi sappiamo poco, dobbiamo dedurre.
Un caso come questo, in cui tutta l'opinione è contro un presidente, contro il voto, contro un programma, sia pure aborrito, contro un governo, sia esso criticabile in ogni piega, dimostra che l'opinione pubblica è un potere. Certo, Montesquieu non può essere eterno, ma questo nuovo potere è - è diventato - uno deteriore. Se, poiché, va contro il suo primo dovere, che è di informare.
Poniamo che tutti gli Stati Uniti, benché lo abbiano eletto, siano contro Trump. Noi non lo sappiamo. Quali sono gli argomenti degli Stati Uniti contro Trump? Che, se mancano i borsisti musulmani, si fermano la libertà e la ricerca nelle università americane? E resta naturalmente da spiegare perché un'elezione presidenziale stravinta in partenza (genere e curriculum, sponsor, fondi, media) sia stata persa.
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