Recuperato trent’anni fa, alla vigilia
della morte, su “Micromega”, è il racconto di una beffa radiofonica che viene
giocata al circolo dei civili nel paese dell’autore alla vigilia del voto del
1948: i russi sono già a Roma e comandano l’Italia. Circolo di cui Sciascia confessa candido di
essere stato parte: “Questo racconto l’ho pensato davvero”, scrive in una nota,
“come uno scherzo da fare ai soci di un circolo che in quegli anni usavo
frequentare”.
Pubblicato nel 1958 in edizione privata
dall’Istituto Statale d’Arte di Urbino, il racconto fu da Sciascia lasciato
fuori dalla raccolta “Il mare colore del vino”, la prima di suoi racconti.
Perché aveva scoperto che lo scherzo radiofonico era già in una commedia di
Eduardo De Filippo,”La paura numero uno”.
Lo scherzo antonomastico di quel tipo è
– all’epoca lo era di più – “La guerra dei mondi” raccontata da Orson Welles la
sera del 30 ottobre 1938 alla radio all’America sbigottita: i marziani sono
sbarcati. Sciascia cita Eduardo e non Welles per conformismo politico? Il
racconto è il prototipo dei tanti circoli di paese di Camilleri, e dei notabili
da circolo, nelle caratterizzazioni e nel linguaggio.
Leonardo Sciascia, Arrivano i nostri
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