Montesquieu ne voleva fare la storia.
Diderot ci ha provato con la voce dell’“Enciclopedia”. Giulia Sissa porta a
termine il lavoro, una ricognizione della geosia nei secoli, nelle lettere e
nelle leggi. Nella doppia veste di antichista e filosofa.
Nell’introduzione condensa le sue
riflessioni, sulla traccia del sottotitolo che infine appone alla sua
ricostruzione, “Una passione inconfessabile”. Forte – si dice per dire:
tormentata – di esperienze personali.
L’invidia “è comunque indecente”. Ma la
gelosia è invidia? È possesso? Le coordinate scontate di questa passione la studiosa
tralascia: la sua non è una conclusione, è una ricerca sul campo, degli studi
classici e posteriori.
La sua personale conclusione è un’altra: “La gelosia è politicamente scorretta”. Che equivale a dire: è buona e sana cosa, valvola di sfogo. Tanto più che “alla proibizione di rivelarsi gelosi si è aggiunta quella di esserlo, raddoppiata dall’ingiunzione di ascoltare le confessioni dei nostri amanti”, sottinteso: dopo che ci hanno traditi-e. Una correzione politica che sconfina alla tortura. E dunque: “La gelosia è normale. Più si è realisti più si è gelosi”, Anche perché, riconoscerà onesta in nota a Medea, “per una donna il letto non è cosa da poco”.
La sua personale conclusione è un’altra: “La gelosia è politicamente scorretta”. Che equivale a dire: è buona e sana cosa, valvola di sfogo. Tanto più che “alla proibizione di rivelarsi gelosi si è aggiunta quella di esserlo, raddoppiata dall’ingiunzione di ascoltare le confessioni dei nostri amanti”, sottinteso: dopo che ci hanno traditi-e. Una correzione politica che sconfina alla tortura. E dunque: “La gelosia è normale. Più si è realisti più si è gelosi”, Anche perché, riconoscerà onesta in nota a Medea, “per una donna il letto non è cosa da poco”.
Il vero amore è raro, questa è la
verità. “L’amore erotico è un evento improbabile. La gelosia ne è la coscienza”.
Giulia Sissa, La gelosia, Laterza, pp. 219 € 19
Nessun commento:
Posta un commento