L’analisi differenziata del voto presidenziale americano
conferma che l’astensione si collega al reddito e alla perdita dei diritti –
come già si era visto analizzando il voto in Italia:
La
disamina del voto americano conferma tra l’altro che Trump ha vinto, nell’America
meno metropolitana, delle contee con meno di mezzo milione di abitanti, in tutte le classi di reddito. E più tra i
redditi medio bassi: rispetto al 2008 il suo ticket ha incrementato i voti del
7 per cento fra i redditi superiore ai 60 mila dollari, e dell’11 in tutte le
altre classi di reddito, 50-60, 40-50, 30-40, e meno di 30 mila dollari (mentre
H.Clinton ha perso il 20 per cento del voto nelle ultime tre classi di reddito,
e solo il 3,3 fra i più ricchi).
Restringendo
la messa a fuoco sulle contee con meno di mezzo milione di abitanti, si vede
che il ceto medio alto, con reddito sopra i 60 mila dollari, è andato in massa
a votare, con una percentuale elevata, del 64 per cento degli aventi diritto, e
un incremento di quasi l’8 per cento rispetto al 2008, al voto per Obama. Con
la riduzione del reddito cresce l’astensione, fino a ridurre il voto al 47 per
cento degli aventi diritto tra i redditi inferiori ai 30 mila dollari – poco più
su, al 51 per cento, nella classe di reddito ben più consistente, fra i 30 e i
40 mila dollari. .
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