venerdì 10 marzo 2017

Letture - 295

letterautore

Felicità – È il tema che registra più titoli probabilmente in libreria: romanzi, poesie, e anche opere storiche. In aggiunta a un’editoria in Italia marginalissima ancora vent’anni fa: la manualistica del vivere felici – curarsi, camminare, riflettere, bricolare… Giacomo Papi sul “Robinson” di “Republica” conta “circa trecento libri “usciti nel 2016 con la parola felicità nel titolo. C’è anche, best-seller, un “Felicità del riordino”, degli armadi di casa. C’è pure una app che insegna a non soffrire d’amore, Mend, e pare abbia un successo milionario.
Ai libri va naturalmente aggiunta l’attività dei media, nei quali è prevalente, in termini di minutaggio e di lirismo, la celebrazione della felicità: cucina, sport e fitness, viaggi e spettacoli, la sessualità “libera”, o anche la sola presenza (notorietà), ai giochi, agli intrattenimenti.

Gelosia – Se ne racconta molto – perché è scomparsa (resiste, si dice, nella forma del femminicidio, ma lì è tutt’altra materia)? Willy Pasini, Catherine Millet, critico e mercante d’arte, l’autrice della disinibitissima “Vita sessuale di Cathérine M.”, Ilaria Gaspari, dottoranda di filosofia, mentre si ripropongono le trattazione di Jaspers e Freud. Si racconta ancora come passione divorante, quando non ne esistono più, se non forse per i soldi. L’archetipo d’altronde, Anna Karenina, si suicida per gelosia (non per aver abbandonato la famiglia) dopo una sere di scenate molto banali con l0pamante Vronskij.
Trascurate sono stranamente le mille pagine di Proust attorno a Albertine. Forse perché posticce, di testa?
Le gelosie di cui si tratta – altra peculiarità – sono femminili. Quella maschile è ferma a “Otello” – i femminicidi che infuriano non sono indotti da gelosia.

Generi  - Breve prontuario dei generi editoriali – sotto forma di X regole del buon (perfetto) funzionario editoriale, estratte da Astolfo, “Non c’è anarchico felice”:
Romanzo generazionale: ventenni sui ventenni per ventenni, quindicenni(se ne trovassero!) sui quindicenni per quindicenni, etc. Vale per i giovani, fasce di mercato nuove. I cinquantenni possono invece scrivere anche della loro infanzia, ciò fa parte del
Com'eravamo, o del si stava meglio quando si stava peggio, con abbondanza di zie, sentieri sterrati, contadini filosofi, lucciole, etc. Genere in estinzione ma funziona ancora.
Casi umani, o franchi narratori: la suora “spretata” che racconta il suo amore sempre vivissimo per Gesù Cristo, la ricca infanzia del famoso ladro, le trame sanguinose della casalinga, la maestra che odia i bambini... È il genere della sorpresa.
Personaggi. Ma veri: l’infanzia della Carrà, il primo matrimonio di Pippo Baudo (con chiari di luna, serenate, promesse e anche molta fiction-verità: carte notarili, memorie di avvocati, decisioni di tribunali), Giuliano Ferrara a Torino, la storia amorosa di Francesco Cossiga, etc.
Biografie. Ognuna deve contenere una novità..
Morti. Meglio se fuori diritti. Ma anche un morto recente può andare. Si ricordano casi di esordienti quasi morti.
Libro politico, da tenere pronto come il necrologio, e prodotto come i giornali, su tre turni nelle ventiquattro ore, dopo dieci giorni non regge, ma rende sempre – non è vero ma bisogna crederlo, dà l’idea di vivenza, direbbe un attuariale. E i generi tradizionali:
Thriller o d’avventura,
Carattere,
Romantico. Mentre non si fanno che instant books, l’invenzione della realtà.

Libri . Sono più che mai merce. Oggetto di mostre mercato, oltre che di premi, festival, celebrazioni. Milano ha voluto la sua grande fiera, in concorrenza con Torino. Roma, in silenzio, aveva già aperto la sua, scansionandola in tre eventi, “Più liberi più libri”, autunnale, “Festival delle Letterature”, estiva, e la primaverile “Libri Come. Festa del Libro e della Lettura”, In quest’ultima kermesse sono coinvolti quest’anno trecento scrittori, segno che la manifestazione è in buona salute.
La lettura però ristagna. Le vendite di libri sono tornate nel 2016 ai livelli del 2010, a circa 1,33 miliardi di fatturato – ma con l’aggiunta di un valore stimato in 120 milioni per Amazon.it.
La lettura resta divisa in Italia tra lettori forti, almeno un libro al mese, e gli altri: i primi incrementano gli acquisti, i deboli li riducono. L’effetto è visibile nella grande distruzione, dove le vendite del comparto libro sono crollate, malgrado i forti  sconti e le continue promozioni, di un 10-12 per cento ogni anno nell’ultimo quinquennio. Mentre migliora l’attività delle librerie, in particolare delle catene.

Primo capitolo – Ha sostituito la retorica dell’incipit cattura-lettori. Molte editrici, specie quelle del gruppo Guanda-Ibs propongono in lettura gratuita il primo capitolo, per invogliare all’acquisto. Solo che il primo capitolo solitamente scoraggia: non si ricorda nessun primo capitolo folgorante. A volte ci si chiede anzi come siano stati pubblicati tanti romanzi: i lettori delle case editrici sono eroici e vanno a fondo anche malgrado il primo capitolo?.

Riscritture . Se ne sono fatte in Germania dopo la guerra  per eliminare tracce di nazismo. Sono noti i ritocchi, minimi ma sensibili di Ernst Jünger, che pure non era stato hitleriano, al “Lavoratore”, per allontanare ogni sospetto. Sidonie Kellerer, la ricercatrice di Colonia che dirige il progetto “Heidegger and Postmodernity: the Story of a Delusion?”, ne ha rintracciate in “Die Zeit des Weltbildes” e in “Wege zur Aussprache”, sentieri di spiegazione. Ne “L’epoca dell’immagine del mondo”, un conferenza del 1938, poi ricompresa in “Sentieri interrotti2, 1956, Heidegger demoliva con protervia Descartes, e in genere la latinità, nel nome del superiore idealismo tedesco, l’erede dei greci, anzi dei presocratici.

letterautore@antiit.eu

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