Donald Sassoon,
l’autore di “Cent’anni di socialismo” e del massiccio “La Cultura degli Europei”,
fa l’elenco dei problemi dell’Europa
nella celebrazione dei Trattati che l’Acadmie Royale de Belgique ha anticipato:
L’Europa non ha
maturato una cultura, un welfare e una difesa comuni. E rischia nel negoziato
con la Gran Bretagna la disintegrazione della stessa UE, se Londra potrà
uscirne con comodo e convenienza. Londra che da sempre, dapprima col mercato
comune parallelo, poi con l’adesione, ha lavorato per rallentare, indebolire,
disintegrare l’unità europea.
Una diagnosi
che è quasi una soluzione - lo storico non lo dice, ma questo è il senso: senza
la Gran Bretagna il vecchio disegno europeo può riprendere vigore. È questo
anche il senso della proposta di Schaüble e Merkel, dell’Europa a velocità
variabile.
L’ex segretario
di Altiero Spinelli e ambasciatore a Berlino Armellini fa della proposta
tedesca il nucleo della sua riflessione sulla rivista “Formiche”, “Perché
l’Europa a due velocità” – in realtà a velocità variabile: non c’è solo il
discrimine dell’euro, anche le politiche dell’immigrazione o della libera
circolazione faranno la differenza, e poi la farà la difesa:
L’Europa a velocità
variabile darà all’Europa orientale, soprattutto, che ha voluto entrare
nell’Unione subito e senza condizioni per paura della Russia, il tempo e lo
spazio di gestirsi secondo le proprie convenienze, argomenta Armellini. Anche questo è vero, è
possibile.
La Germania è un’altra
Ma il nodo non
è la Gran Bretagna. Né l’immaturità dell’ex blocco sovietico. Il punto nodale è
che l’Europa è ora un’altra rispetto al 1957. Un fatto semplice, di cui però non
si tiene conto. Quella era l’Europa Occidentale, tagliata in due e minacciata
dalla guerra fredda. C’erano due Germanie, e i russi a Berlino. La novità, e
ciò che ha bloccato l’Unione, è la riunificazione tedesca – Londra semmai è
stata quasi europeista in tutti questi anni, specie i dieci di Blair. È un’altra
Europa perché è un’altra Germania.
Nel 1957 la Germania
Ovest aveva bisogno dell’Italia come della Francia. Ora non più, e anzi
sopporta male l’Italia alle costole. L’Europa ha continuato sull’aire della fondazione
fino a Maastricht. Che si sovrapponeva alla riunificazione tedesca, nei primi
anni difficile e stentata. Ma i germi erano con quell’evento posti, dello
squilibrio che poi si è imposto. Nei quindici
anni dell’euro la Germania ha accumulato due biliardi (milioni di miliardi) di
euro di avanzo primario, il resto d’Europa 2,7 biliardi di deficit.
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