L'immigrazione selvaggia è uno degli effetti dell'abbattimento delle frontiere all'interno della Ue. È argomento degli anti europeisti, ma non infondato.
L'assalto, non c'è altra parola, alle coste italiane, greche, spagnole, e alle frontiere deboli dei Balcani esplode con l'attuazione degli accordi di Schengen. La libera circolazione europea ha significato offrire ai trafficanti di uomini, in Africa e in Asia, frontiere aperte, per tutto il Mediterraneo e nelle plaghe balcaniche. Per un traffico talmente conveniente che si è allargato da ultimo all'accantonaggio - alle tribù africane che, sebbene stanziali, si fanno un mestiere dell'elemosina.
Non importa le destinazione, basta entrare nello spazio europeo. Il che dà diritto a benefici che, benché minimi, sono un tesoro per molte vite africane. Garantiti dagli stessi trafficanti con proteste e manifestazioni.
La regolazione dell'immigrazione selvaggia deve prevedere, oltre che accordi con i paesi di provenienza, anche una revisione di Schengen. La Danimarca se ne è tenuta fuori e la Gran Bretagna trova più conveniente uscirne. Ma il "tagliando" a Schengen si impone comunque.
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