La regista ha evocato “Twin Peaks”.
Ma è ben la “magia lucana” di Ernesto de Martino che svolge a ogni puntata - lei come i soggettisti-sceneggiatori, Ivan Cotroneo e Monica Rametta. Come
chiave di lettura e come impianto. Altrimenti questo “Sorelle” sarebbe una
lunga carrellata, lunghissima, sei puntate di tre ore, su Anna Valle, la
protagonista: una sorta d’idoleggiamento, il mistero lasciando a “Twin Peaks -
ci vuole esotismo per il paranormale.
La
“magia lucana” è il primo e più importante saggio di “Sud e magia”, il long-seller di Ernesto De Martino che da
sessant’anni si ristampa, in multiple edizioni. Un testo di antropologia, per
quanto ampiamente folklorico. La “Magia lucana” è una ricerca sulla
fascinazione, svolta tra 1950 e il 1957, in molti paesi dell’area apulo-lucana,
corredata dalle foto molto “creative” di Ando Gilardi, André Martin e Franco
Pinna.
Torrini la usa con un curioso
slittamento. L’antropologo
napoletano la fascinazione non tracciava negli stati psichici – il “malo vento”
della “magia lucana” - che sono il suo luogo, anche morbosi. Privilegia come
modi interpretativi l’esorcismo, la religione (diavoleria), la superstizione. Torrini
è tornata al “malo vento”. Efficace come trama, come tela di fondo.
La “ricerca” di De Martino è più che
datata – lo era probabilmente già sessant’anni fa. Ma il folklore persistente avrà
creato la suggestione. Che è essenziale alla fede, come dice Galimberti
presentando la raccolta di De Martino nell’edizione Feltrinelli: la credenza
contro “il negativo che minaccia di continuo l’esistenza dell’uomo”. Bisogna
avere fede per credere nella ragione - chi non ha fede (non è capace di, non ha
voglia di) non crede in nulla?
Cinzia Th. Torrini, Sorelle, Rai 1
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