Cerca nel blog

venerdì 17 marzo 2017

Ombre - 358


Angela Merkel seduta con Trump alla Casa Bianca sembra un vertice di due tedeschi. Fu per caso che l’America non fu tedesca, come si legge in chiave umoristica al § “L’America tedesca” di G. Leuzzi, “Gentile Germania”. E tuttora pullula di –man, –burg e –ich, il dottor Kissinger non vi è stato casuale, nemmeno lui.

Evocazione sempre più solitaria ogni anno dell’unità d’Italia a Roma. Al Gianicolo sotto il cavallo di Garibaldi il pubblico era stamani di tre classi. Di scuola. Svogliate, benché in camicia rossa. Una portata da una monaca, una da un prete. E qualcuno si doveva essere perso per strada: in tutto meno dei Metropolitani di Roma, la banda dei vigili urbani impegnata a suonare l’inno, 60 elementi.

Quanto sposta il referendum Cgil? Poco o niente. Ma basta per “spostare” il governo. È l’effetto del “No” al referendum istituzionale, un’anticipazione del prossimo futuro proporzionale: d’ora in poi il governo non potrà fare a meno dell’1 per cento, anzi dello zero virgola.. 

Uno legge: “Anzaldi-Richetti”, nuova comunicazione per Renzi”, e pensa a un’altra comunicazione giudiziaria. Invece no, è il nuovo ufficio stampa.
Né sarebbe un’ “altra” comunicazione giudiziaria, Renzi non ne ha. Ma chi lo sa?

La casa editrice della “New York Review of Books” fa una vendita promozionale “per le Idi di marzo”. Si potrebbe proporla in Italia?

Pietro Ichino si ribella alla condanna di Minzolini perché in Appello lo ha condannato un giudice, Giannicola Sinisi, che non è nessuno: parlamentare dell’Ulivo per tre legislature, sottosegretario all’Interno con Prodi e D’Alema, candidato alla presidenza della Regione Puglia nel 2000, sconfitto da Fitto, ex compagno di partito di Minzolini.
A quando una Corte d’Appello contro Ichino? Senza vergogna.

La terza Corte d’Appello di Roma che condannò Minzolini era del giudice Claudio Cavallo. Che non si è fatto naturalmente influenzare dal giudice Sinisi, uno della sua corte. È il giudice Cavallo che, autonomamente, ha condannato Minzolini a una pena maggiorata rispetto alla richiesta dell’accusa, e senza le attenuanti cui il giornalista incensurato Minzolini aveva diritto.
In Appello si procede pure senza dibattimento: il trionfo del giudice italiano.

Minzolini è staro processato su denuncia di Antonio Di Pietro. La condanna quindi era inevitabile: Di Pietro non ha mai perso una causa (oltre trecento).

Sinisi si autoproclama – usava autoproclamarsi prima di sbattere nel voto del 2000 - allievo e erede di Giovanni Falcone. Il quale, come si sa, governava Palermo, mentre l’allora giovane Sinisi veniva da Andria. Ma nessuno nei giornali glielo obiettava.

Andria, a 50 km. da Bari, è la famosa Procura in cerca di reati – ora fondale per telefilm. Sganciata dal capoluogo per provvedere alcune carriere, capo della Procura, capo della Procura Antimafia eccetera.

La Legge Severino dopo quella Fornero, e quella sull’accoglienza immigrati – ma prima o poi anche l’obbligo del conto corrente per le pensioni minime, una vessazione e un furto: non c’è legge del supertecnico Monti che non si dimostri insulsa. Dopo tanti danni.

Sono tre anni, poco meno, che la Vigilanza della Banca Centrale Europea disfa i piani di risanamento del Monte dei Paschi. Senza alternativa: prima chiede una cosa, poi chiede l’opposto. Poi dice che la gente è contro l’Europa.

Si parla molto di scudo fiscale negli Usa per rimpatriare i capitali. La Tremonteconomics dilaga. Ma assortita da una tassazione dimezzata per i capitali reinvestiti. Magari così il rimpatrio sarà dei capitali veri, non dei farmacisti e i dentisti. E funziona, anche se lo fa Trump.

Alla maratona di Ostia auto scassinate, vetri rotti, cellulari, borse, soldi svaniti. L’avvocatessa Tiburzi, della Podistica Luco dei Marsi, localizza il suo cellulare nel campo nomadi di Castel Romano. I Carabinieri, dove la Podistica si è recata per le denunce, si rifiutano di intervenire. La Podistica decide di fare da sé. Rivolgendosi alla “concorenza”, al 113, ma con un ultimatum: “O entrate voi o entriamo noi”. La Polizia è costretta a intervenire, borsoni e telefonini sono ritrovati.

Nessuno è denunciato del nomadi di Castel Romano. La notizia è solo, tra l’allegro e il famoso, che l’avvocatessa Tiburzi, con foto da runner, ha recuperato il cellulare. Poi dice che la gente è contro gli immigrati.

Un leader che porta alla “tramvata” la riforma che l’Italia attendeva da trent’anni, perde il governo, perde un terzo del suo partito, è sotto processo, indirettamente, e si ripresenta sempre irridente. Che roba è?

Dunque, Jeff Bezos, il padrone di Amazon, non è il cavaliere coraggioso che salva la testata gloriosa “Washington Post”. La testata è la sua bara fiscale, per non pagare la tasse che dovrebbe con Amazon.
Però, Bezos si potrebbe imitare: non ci sono altri benefattori? Ne va di mezzo la libertà di stampa..

Nessun commento: