Il salario reale
è diminuito negli anni dal 2009 al 2016 di uno 0,3 per cento, il salario medio
(Istat).
L’occupazione
aumenta, ma solo per effetto dell’aumento dell’età della pensione.
Nel 2016 il lavoro
è cresciuto di 431 mila occupati fra gli ultracinquantenni – il numero corrisponde
grosso modo a una classe di
pensionabili. Mentre è diminuita fra i 15 e i 34 anni, di 68 mila unità, e tra
i 35 e i 49 anni, di 111 mila unità.
I dati sull’occupazione
sono falsati dalla metodologia europea (Eurostat), che si vuole ottimistica: è
considerato occupato chi, nella settimana della rilevazione, ha “almeno un’ora
di lavoro in una qualsiasi attività (con o senza contratto)”.
La produttività
è in calo: “Fatto 100 l’anno 2000, l’Italia è scesa nel 2016 a quota 94,5. La
Germania è a quota 109,2, la Spagna a102,1” (“Corriere della sera-L’Economia”).
Non si fanno investimenti.
Si lavora in attività senza valore aggiunto – terziario non avanzato.
Diminuisce il reddito
anche in termini nominali. Il pil pro capite era nel 1998 di 26.356 euro, è stato
nel 2016 di 25.543 euro (Istat-Eurostat)
Era in Germania
di 27.757 euro nel 1998, è stato nel 2016 di 34.000 euro. In Francia è passato
da 29.157 a 32.649 euro. In Spagna da 20.691 a 23.755 euro.
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