Si
tende a farne una figura di culto, mentre è l’esemplificazione della Germania
peggiore, livorosa. E imprudente, cioè scopertamente cattiva. I danni che Schaüble
ha fatto all’Italia, e alla Grecia, alle economie in crisi, all’Europa tutta, con
le sue improvvide, costanti condanne e ammonizioni, in termini di credibilità e
di costo del debito, sono enormi. Senza precedenti nella storia politica – che un
ministro del Tesoro vada in giro lanciando allarmi, perfino senza fondamento. Per
non parlare dei danni della sua politica della lesina, che ha condannato l’Europa
al ristagno, mentre il resto del mondo ha brillantemente recuperato i livelli
pre-crisi. E tuttavia quest’uomo gode di grande credito.
Schaüble
gode di credito, però, solo in Italia. Più che in Germania. Oggi Danilo Taino lo
santifica sul “Sette-Corriere della sera”, dandolo in uscita dal governo quale
che sia l’esito del voto: “L’Europa sarà del tutto diversa”, ma “non è detto per
il meglio”. Mentre Cazzullo sul quotidiano lo dice ancora “preoccupante”. Del
giornale milanese come di tutti i media c’è una sorta di complesso germanico. La Germania è un modello di economia, anche se – notoriamente – a spese del resto Ue: fondi europei
senza limiti per le banche, liberi sussidi pubblici alle banche e alla produzione,
debito pubblico nascosto nella KfW, la Cdp tedesca, dequalificazione del debito dei paesi altri, Italia, Francia et. al., quello che va sotto il nome di vantaggio comparativo. E va bene anche con paghe
da fame: la rappresentazione è talmente positiva che i giovani corrono dal Sud
a farsi pagare 5 euro l’ora nella gelida Rostock o nel Wuppertal i lavori meniali e di manovalanza
che a casa rifiutano a 10 euro l’ora.
Ma
di questo la colpa non è di Schaüble. Non è tanto Schaüble in causa. Che è
stato con Kohl brillante politico, padre con Lamers, nel 1994, del progetto di
Europa a più velocità che ora prende corpo. Con la differenza che il progetto
venne allora rifiutato dal governo Kohl perché la Germania appena riunificata era
ancora debole, mentre ora viene rilanciato da una Germani molto forte e sicura –
ma questo è un altro argomento. Schaüble aveva allora una buona concezione della
politica. Come ministro è stato un disastro, da ogni punto di vista:
nazionalista, recessivo, distruttivo. Ma non non è nemmeno questo il punto. Andrebbe
aggiunto che un ministro non ha in Germania molta autonomia rispetto al cancelliere
– così come non ce l’ha la banca centrale, la Bundesbank. Schaüble è Merkel. È l’unico
dei “rottamati” della Cdu che Angela Merkel ha recuperato. Ma nemmeno questo
interessa qui.
In
causa è la sudditanza, psicologica e politica, dei governi come quello italiano
alla Germania di Schaüble. Che deriva probabilmente dal ritorno prepotente del
vecchio democristianesimo, per cui il mondo non conta. Cioè conta, ma come
vincolo esterno: il famoso maestro che ci fa i compiti. Ma sicuramente è sudditanza culturale: cioè
dell’informazione, dei media. Che non sanno quello che succede, e che ognuno vede, solo sanno che la Germania ha ragione, e la giornata è guadagnata.
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