venerdì 24 marzo 2017

San Schaüble

Si tende a farne una figura di culto, mentre è l’esemplificazione della Germania peggiore, livorosa. E imprudente, cioè scopertamente cattiva. I danni che Schaüble ha fatto all’Italia, e alla Grecia, alle economie in crisi, all’Europa tutta, con le sue improvvide, costanti condanne e ammonizioni, in termini di credibilità e di costo del debito, sono enormi. Senza precedenti nella storia politica – che un ministro del Tesoro vada in giro lanciando allarmi, perfino senza fondamento. Per non parlare dei danni della sua politica della lesina, che ha condannato l’Europa al ristagno, mentre il resto del mondo ha brillantemente recuperato i livelli pre-crisi. E tuttavia quest’uomo gode di grande credito.
Schaüble gode di credito, però, solo in Italia. Più che in Germania. Oggi Danilo Taino lo santifica sul “Sette-Corriere della sera”, dandolo in uscita dal governo quale che sia l’esito del voto: “L’Europa sarà del tutto diversa”, ma “non è detto per il meglio”. Mentre Cazzullo sul quotidiano lo dice ancora “preoccupante”. Del giornale milanese come di tutti i media c’è una sorta di complesso germanico. La Germania è un modello di economia, anche se – notoriamente – a spese del resto Ue:  fondi europei senza limiti per le banche, liberi sussidi pubblici alle banche e alla produzione, debito pubblico nascosto nella KfW, la Cdp tedesca, dequalificazione del debito dei paesi altri, Italia, Francia et. al., quello che va sotto il nome di vantaggio comparativo. E va bene anche con paghe da fame: la rappresentazione è talmente positiva che i giovani corrono dal Sud a farsi pagare 5 euro l’ora nella gelida Rostock o nel Wuppertal i lavori meniali e di manovalanza che a casa rifiutano a 10 euro l’ora.
Ma di questo la colpa non è di Schaüble. Non è tanto Schaüble in causa. Che è stato con Kohl brillante politico, padre con Lamers, nel 1994, del progetto di Europa a più velocità che ora prende corpo. Con la differenza che il progetto venne allora rifiutato dal governo Kohl perché la Germania appena riunificata era ancora debole, mentre ora viene rilanciato da una Germani molto forte e sicura – ma questo è un altro argomento. Schaüble aveva allora una buona concezione della politica. Come ministro è stato un disastro, da ogni punto di vista: nazionalista, recessivo, distruttivo. Ma non non è nemmeno questo il punto. Andrebbe aggiunto che un ministro non ha in Germania molta autonomia rispetto al cancelliere – così come non ce l’ha la banca centrale, la Bundesbank. Schaüble è Merkel. È l’unico dei “rottamati” della Cdu che Angela Merkel ha recuperato. Ma nemmeno questo interessa qui.
In causa è la sudditanza, psicologica e politica, dei governi come quello italiano alla Germania di Schaüble. Che deriva probabilmente dal ritorno prepotente del vecchio democristianesimo, per cui il mondo non conta. Cioè conta, ma come vincolo esterno: il famoso maestro che ci fa i compiti. Ma sicuramente è sudditanza culturale: cioè dell’informazione, dei media. Che non sanno quello che succede, e che ognuno vede, solo sanno che la Germania ha ragione, e la giornata è guadagnata.

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