martedì 11 aprile 2017

Il capitano non è in errore

Un ufficiale dei Carabinieri che si rifiuta di rispondere ai giudici è inquietante. Perché, intende, non ha agito da solo e in buona fede - in questa come in altra “inchiesta” recente anch’essa abusiva e senza esito (a parte le intercettazioni e le indiscrezioni). In questo caso si sarebbe giustificato, chiedendo scusa per l’eventuale errore. E\o potrebbe avere effettuato più delle due manomissioni che gli sono contestate.
La necessità di avere accesso agli atti che lo riguardano non regge: se in buona fede il capitano avrebbe potuto ribattere subito all’accusa. Tanto più che essa gli era stata preannunciata da tre mesi, da quando il governo aveva confermato al vertice dei Carabinieri il suo accusato generale Del Sette. E comunque da quaranta giorni, da quando la Procura di Roma gli aveva tolto l’inchiesta.
Dunque dolo. Non da solo? Evidentemente.
In combutta con la Procura napoletana? Con alti ufficiali dei Carabinieri? Con i concorrenti di Romeo, l’appaltatore napoletano, dalla cui enuncia l’inchiesta è partita? Con altri oggetti “segreti” – deviati, interessati:politici, economici, mediatici?

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