Un
ufficiale dei Carabinieri che si rifiuta di rispondere ai giudici è
inquietante. Perché, intende, non ha agito da solo e in buona fede - in questa come in
altra “inchiesta” recente anch’essa abusiva e senza esito (a parte le
intercettazioni e le indiscrezioni). In questo caso si sarebbe giustificato,
chiedendo scusa per l’eventuale errore. E\o potrebbe avere effettuato più delle due manomissioni che gli sono contestate.
La
necessità di avere accesso agli atti che lo riguardano non regge: se in buona
fede il capitano avrebbe potuto ribattere subito all’accusa. Tanto più che essa gli era
stata preannunciata da tre mesi, da quando il governo aveva confermato al vertice dei Carabinieri il suo accusato generale Del Sette. E comunque da quaranta giorni, da quando la
Procura di Roma gli aveva tolto l’inchiesta.
Dunque
dolo. Non da solo? Evidentemente.
In combutta con la Procura napoletana? Con
alti ufficiali dei Carabinieri? Con i concorrenti di Romeo, l’appaltatore
napoletano, dalla cui enuncia l’inchiesta è partita? Con altri oggetti “segreti”
– deviati, interessati:politici, economici, mediatici?
Nessun commento:
Posta un commento