lunedì 10 aprile 2017

La pace salva i brutti e cattivi

Nei quasi trent’anni di Troubles, un politico che si voleva recare in Irlanda del Nord (e anche in Scozia) doveva viaggiare con un esponente del partito avverso (protestante se era cattolico, e viceversa). Per evitare attentati. Troubles è l’eufemismo in uso per la sanguinosissima guerra civile nord-irlandese, fino al Venerdì Santo del 1998.
Hamm ne ha ricavato il soggetto per sceneggiare la pace infine intervenuta tra  gli Unionisti protestanti e l’Ira, Irish Repubblica Army, cattolica. Facendo viaggiare con uno stratagemma il capo degli Unionisti, il reverendo Paisley, col capo dell’Ira. Soli per un paio d’ore, con un giovane autista che è un agente segreto britannico, sapiente a costringere i due alla conversazione. Finché non trova il verso giusto, il vezzo irlandese di inframezzare le frasi con “è così”, “non può essere che così”, e altre interlocuzioni rassicuranti: i due si accettano scoprendosi irlandesi, malgrado tutto.
Un film politico, quindi semplice (scontato). Anzi patriottico  - Hamm è nord-irlandese, e così la produzione. Ma con la vecchia chiave dell’all male, un racconto di cose da fare, al netto dell’eterno femminino. E con un sottile disgusto della politica, di cui la guerra civile è il reagente: non quella classica, celebrata da Aristotele & co., o del buongoverno, ma passione deviata, ambizione. Il reverendo, che ha fin’allora negato perfino la presenza del cattolico accanto a lui in macchina, si scioglie quando questi gli prospetta di diventare primo ministro dell’Irlanda del Nord.
Nick Hamm, Il viaggio

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