La
scoperta dell’Africa resta da fare, ma questa mostra è un buon passo. Come idea
e anche come reperti e indicazioni. Un’esposizione non a tesi, di rivendicazione,
ma di reperti, in una prospettiva storica. Sui luoghi dove le popolazioni africane
hanno vissuto, si sono combattute, hanno edificato. E i collegamenti, i punti
di contatto: fiumi, coste, piste, ponti. Che costituiscono anche un rete di
scambi: di oro, avorio, sale, cauri (le conchiglie monete, oppure ornamentali),
e di lingue, idee, saperi. Lo scambio, dell’Africa in mezzo al mondo, non
separata come ancora si vede ed è, dopo lo schiavismo e la colonizzazione. Con
molte storie già approfondite, a partire dalla più affascinante per noi:
l’avanzata e il ritiro degli egiziani risalendo il Nilo, facendo tappa sulle
rapide, dalle prime a Elefantina-Assuan alla settima su su, a Meroe e Naga – o
viceversa, la discesa dei nubiani verso Elefantina e la foce.
L’Afrique des routes, Parigi, Musèe du quai
Branly-Jacques Chirac, “Beaux Arts”, pp. 50, ill. € 9
Actes
Sud, pp. 255, ill. € 37,50 (catalogo della mostra)
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