giovedì 27 aprile 2017

Letture - 301

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Vittoria Colonna – Si è celebrata a Firenze il 20-21 aprile come “La prima donna del Rinascimento”, seppure col punto interrogativo. A opera di una delle università di New York, nella sua sede toscana di Villa La Pietra, che fu di Harold Acton. La studiosa americana Ramie Targoff vi ha anticipato una biografia innovativa di Vittoria Colonna a cui sta lavorando – che manca. Nell’assenza dei fiorentini, e di ogni altro studioso italiano.

Chisciotte È, come Candido, un saprofita della lettura - il mondo dei libri: vittima ed eroe.

Italiano – Diceva Silvio D’Amico, l’esperto di teatro, che gli italiani parlano in versi senza saperlo. Sciascia ne dà esempi in “Il fiore della poesia romanesca”,77 (1952, prefato da Pasolini): “Mezza granita di caffè con panna”, “Si prega di richiudere la porta”….

Joyce - Molly Bloom si traduce secondo Lucentini con Marietta, Mariù, Mariolina, un diminutivo di Maria. Si potrebbe dunque dire Mariolina Fiore.

Leggerezza È santa già in Palmieri di Micciché, “Costumi della corte e i popoli delle Due Sicilie”, 123, prima che in Savinio e in Calvino: Santa Leggerezza - “Novello Democrito mi burlo di tutto” (285).

Lernet-Holenia – Italianista e latinista, uno degli ultimi. Autore di una traduzione dei “Promessi sposi”. Autore di due romanzi ben tedeschi con titoli e riferimenti siciliani, “Le Due Sicilie” (il battaglione austriaco così denominato) e “Il giovane Moncada” (tra don Giovanni e Cagliostro).

Manzoni – “I promessi sposi” hanno una dozzina di traduzioni in tedesco, in commercio attualmente.

National Geographic – Ha un “ottimo odore”? Lo aveva per Flannery O’Connor, la scrittrice americana, cattolica, del deep South. Tu “lo leggi o lo annusi?”, chiede a un’amica. Da piccola una cugina gliene ha regalato un abbonamento, perché quando andava da lei se lo divorava. Ma solo per “un tipico indimenticabile trascendente apoteotico (?) solennissimo odore” – “se il Time odorasse come il  Nat’l. Geo. avrebbero un’ottima scusa per stamparlo”. I giornali non si leggeranno per gli odori?

Pagano – Non significa nulla, si sa. Significa “di paese”, pagus è villaggio. Alvarez Garcìa, “Le zie di Leonardo”, opina che il cristianesimo inventò la categoria, un suono spregiativo, nel momento in cui imponeva unico il suo Dio.

Pettegolezzo Anticipa la sorpresa e la avvilisce. È il pettegolezzo un dato genetico (caratteriale) di un qualsivoglia personaggio con nome italiano, oppure un serpente che si è svegliato a un certo momento e da allora si mangia la coda? Questo potrebbe essere materia di romanzo storicizzato, ora che il pettegolezzo è un fatto mondiale, con il ritorno alla cultura orale in un contesto di simultaneità.

Prima persona - È l’arbitro della partita. Dichiarato cioè – anche la terza persona lo è, ma si nasconde. Non neutro, naturalmente, anche se si atteggia - non può sbagliare, se non volutamente (anche per stupidità, ma più per pavidità, ironia, doppiogiochismo).
È un’ottica ravvicinata e avveduta, essendo nel mezzo dell’evento, e in molti modi dettandolo. Ma come una gabbia, già costruita, e sovraimpressa. Che, stranamente, dà più forza (verosimiglianza) al racconto, invece che meno.

Può ben essere soggetto “attivo oggettivamente” (Goethe, “Colloqui”, 29 gennaio 1826), attento all’esterno - agli eventi, alla storia, non solo alla verosimiglianza

Proust – Flannery O’Connor, “Sola a presidiare al fortezza”, 178, ha una teoria interessante della malattia legata al successo: “In un certo senso la malattia è un luogo”: Istruttivo, “più di un viaggio in Europa”. Privato: “Un luogo dove non trovi mai compagnia, dove nessuno ti può seguire”. Non una maledizione: “La malattia prima della morte è cosa quanto mai opportuna, e chi non ci passa si perde una benedizione del Signore. Quasi altrettanto isola il successo, e niente mette in luce la vanità altrettanto bene”.

Ripetizione - Sulla “ripetizione” c’è un testo di Kierkegaard, e uno voluminosissimo (500 pagine) di Deleuze.

Romanzo Borges lo vuole “capriccio laborioso e immiserente” (prefazione al “Giardino dei sentieri che si biforcano”). Ma immiserisce chi? L’attrattiva del romanzo non è che è “vero” pur essendo totalmente falso?

Salinger – All’opera sarebbe maestro dei recitativi.

Scrivere – Si scrive per sé, Flannery O’Connor ripete ai suoi corrispondenti. E aggiunge: “Mi piace rileggermi”, la diverte. Riscrivere anche.

Tolstòj ha l’“allegria” della scrittura. Conclude il “Che fare, dunque?” con la scoperta della feracità del lavoro manuale, sui campi e nella fattoria, accanto a quello intellettuale. Un connubio, ha scoperto, che determina “la qualità, quindi l’utilità e l’allegria, della scrittura”.

Walter Siti – Non sarà, ma è come se l’improvvida, altrimenti incomprensibile, dedica a don Milani del suo romanzo sulla pederastia del prete volesse facilitare la lettura dei due Meridiani in uscita per il cinquantenario della morte con le opere del sacerdote fiorentino. Due malloppi per 2.500 pagine che rischiavano di passare inosservati – i cultori si ritengono soddisfatti della corrispondenza saporita da tempo nota con la mamma (don Milani era uno tosto: si fece seminarista a venti anni, e sei mesi dopo era già sacerdote; era di famiglia ricca e importante e professava lobbedienza assoluta; era uno scrittore, e non smise di scrivere). Ma sapere che Siti si è avvalso di due battute coatte del prete in un paio di altre lettere può creare un succès de scandale. Sarebbe un esempio non da poco della “Mondazzoli”, delle famose sinergie editoriali.

letterautore@antiit.eu

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