Trecentosettanta
pagine di niente, si arriva alla fine senza un palpito: il prete pedofilo
represso non quaglia. Se ne parla per lo
scandalo, che però non c’è, nemmeno quello.
La
storia si dice mediata da Gide, “Corydon”, e Dostoevskij, “I demoni”, ma non è
vero, nessuna tensione. Con un’assurda dedica a don Milani, che Siti, si vede,
non la letto. Un pateracchio.
Quando
non fa Busi, o White, Siti non carbura – già lo “Strega” cinque anni fa,
“Resistere non serve a niente”, era fuffa. È probabilmente l’ultimo – con
Cohn-Bendit – a professare la pederastia, un paio di battute non se le evita, ma
non osa.
Walter
Siti, Bruciare tutto, Rizzoli, pp.
371 € 20
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