Quattro magazine
culturali a fine settimana, “La lettura”, “Robinson”, “L’Espresso”, “Il Sole 24
Ore Domenica”, 93 libri recensiti o presentati, 53 mostre, e niente di
appetibile – giusto De Simone, ma il maestro ha il vezzo di vendere i suoi
appetitosi libri a prezzo carissimo, dagli 80 in su. Un’editoria senza un libro
interessante? Un giornalismo culturale che non sa leggere?
Il presidente del Senato Grasso non sa nulla, nella
migliore delle ipotesi, dei traffici sugli immigrati. Ma non si perita di
bacchettare, non richiesto, il Pm di Catania, suo (ex) collega. Giudice morde
giudice.
Anche: siciliano morde siciliano.
“Riforma Inpgi: da maggio la trattenuta sulla pensione per
il contributo di solidarietà”, annuncia trionfale il sito dell’istituto di
previdenza dei giornalisti. Una trattenuta è una riforma?
Una trattenuta a nessun fine utile, una “solidarietà
intergenerazionale” che è solo un artificio per ridurre il deficit di una
cattiva gestione. L'ipocrisia arriva tra i giornalisti alla previdenza?
Stupidità non può essere.
“«Ong pagate
da scafisti», bufera sul pm”, titola “la Repubblica, cui lo stesso pm si
confida in intervista. Senza dire che è un business ricco, domiciliato in
paradisi fiscali e penali.
Dopo aver
fatto di tutto in sei mesi per non dirci nulla di Trump, se non che è un
riccone, “la Repubblica” lo omaggio addirittura con uno speciale: “Perché il popolo
di Trump continua ad amarlo”. Ad opera dello stesso giornalista Rampini che ha
finora oscurato il presidente Usa. Una caduta da cavallo?
Ma, poi, il
giornale ex di Scalfari si riprende: “Da 30 anni mezza Palm Beach detesta il
tycoon” Trump. Cioè, non tutta Palm Beach, l’altra metà è con lui?
Novità a
“Striscia la notizia”, il giornale dell’irriverenza: un servizio fuori ordinanza,
di Antonio Casanova, spiega che dietro il premio Strega c’è Arnaldo Colasanti. Che
non sappiamo chi sia, ma “Striscia” ci assicura che è anche il deus ex machina - – in letteratura il latinorum
è d’obbligo - del Salone del libro di Torino.
Stupore degli
ascoltatori abituali di “Striscia”: che vorrà dire (Casanova è un illusionista)?
Il servizio
velenoso su Colasanti e i sui libri avvelenati, a Roma (Strega) e a Torino, l’inviato
di “Striscia” Moreno Morello tenta poi di farlo commentare a Tempo di libri, la
fiera con cui Milano ha tentato di surrogarsi Torino anche in questo (piccolo)
business. Ma in campo stretto e strettissimo, che non si veda che la fiera è un
flop, deserta.
Il mago
Casanova serviva per propagandare, surrettiziamente, Tempo di libri?
Si ascolta
Emiliano su Sky con stupore: candidato presidente del consiglio? Un giudice che
fu sindaco di Bari per grazia di D’Alema. Riconfermato dal giudice
Scelsi e la giornalista Sarzanini, che s’inventarono la D’Addario quando i
baresi andavano a silurarlo al ballottaggio. Che dopo un anno dal
provvidenziale “intervento” elettorale Emiliano premiò con una licenza alberghiera,
benché la donna fosse schedata.
Lo stesso Emiliano che ha aperto Bari alle mafie: bische, sale
giochi, spaccio. Cautelandosi con un’ordinanza, che fa divieto ai cittadini di
“sguardi di vendetta”.
Dunque,
sette anni di vacanza pagata, dallo Stato, e perché l’Alitalia doveva votare
per i tagli? La vacanza pagata si chiama cassa integrazione, ma per modo di
dire: gli assegni vanno da 2 mila a 10 mila euro, netti, al mese. Più gli
assegni familiari e i contributi sociali.
Pagati
in teoria dalla cassa mutua dei lavoratori dell’aria. Che però è a secco, e
prima o poi toccherà all’Inps. Morale della favola?
“L’Italia il paese di Masaniello”, proclama Raffaele
Catone, il presidente dell’Autorità anti-Corruzione, Anac. Da buon napoletano
senza interrogarsi. Quale Italia?
“Fs
e Poste servono allo Stato?”, chiede il “Corriere della sera Economia”. E chi
gestisce le assunzioni, sennò? E i trasferimenti?
L’inefficienza
delle banche ha qualcosa di soprannaturale. Restringono i ruoli, restringono il
personale, che si penserebbe per questo meglio formato, ma si organizzano –
tempi e procedure – su sprechi di lavoro e intelligenza inauditi. Ci vogliono mesi
per la pratica di uno o due minuti. Aprire un conto, o chiuderlo, richiede
raccomandate multiple, appuntamenti, minutaglie. Ogni volta con una dozzina di
firme, e malloppi di stampati che nessuno sfoglia. Un mutuo prende sei mesi,
quando va bene.
Arriva
Trump e scompaiono, quasi, gli immigrati illegali negli Usa. Che erano il
doppio di quelli che lamenta l’Europa. Senza nemmeno il muro che Trump voleva
erigere. Basta la parola? C’è un’organizzazione dietro i clandestini?
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