Artigianato – Materializza
la creatività. L’oggetto artigiano può non essere di buon gusto e più spesso è
di cattivo gusto, ma si annusa golosamente e si apprezza per essere un manufatto
creativo. Il vasaio, il fabbro, il liutaio, anche il falegname e il muratore, a
lungo sono stati onorati, quando ancora esercitavano secondo apprendistato e
mestiere, in qualche modo padroni di un segreto (la tecnica è un segreto), come
creatori. La manualità è diminuita nel giudizio da non molto tempo – forse in
vista dell’abbandono.
Civiltà – È difesa? È
acquisizione? Non può essere che l’una e l’altra, volendo la parola convogliare
positività, “valori” di bene. Col vecchio residuo di connotare negativamente,
“barbarico”, tutto ciò che è ai margini o esterno, sottintendendo l’esclusione
come una diminuzione – ignoranza, rozzezza, incapacità. Questo è da qualche
tempo inammissibile, e anche sbagliato – molto c’era di civile nei barbari. Ma
in che limiti è civile il volersi appropriare della civiltà altrui?
È
il problema del multiculturalismo.
Mondo liquido – È in Savinio, lo
scrittore-musicista-pittore,1944, “Ascolta il tuo cuore, città”, prima che in
Bauman. Come operazione attiva e non subita: “La conoscenza, come nave che non
può ammainare le vele, si alontana sempre più verso le cose che la mano non più
riesce a raggiungere né l’occhio a vedere. L’intelligenza dell’uomo perde via
via il suo carattere «manuale» e si liquefà”. Anzi, va più in là: “E quando la
liquefazione non basta più, l’intelligenza si «atmosferizza». E quando anche
l’atmosfera non basta più, l’intelligenza diventa particella dello spazio.. E
quando lo stato di spazio nello spazio è troppo corposo ancora, troppo
«toccabile», l’intelligenza si annulla. La fine del mondo avverrà per
tentazione dell’infinito”
Mundus senescit – Il mondo
deperisce è concetto medievale, l’idea che il mondo si decompone, e non va alla
salvezza ma alla perdita di sé. Derivato dalla fine del mondo che sant’Agostino
avrebbe profetato, nella sua periodizzazione, al libro IX della “Città di Dio”,
delle sei età del mondo, la sesta andando dalla nascita del Cristo alla fine
del mondo.
Ragione – La Scolastica
riprende nel Duecento, con Alberto Magno e Tommaso d’Aquino, l’idea che “la
ragione nasce all’ombra dell’intelligenza” dal “Libro delle definizioni” di
Isaac Israeli, IX-X secolo (articolo “Raison”, in “Dictionnaire du Moyen Âge, a
cura di Cl.Gauvard, A. de Libera,
M.Zink).
Omeopatia – È il metodo e
la panacea della scaramanzia: è il male che scaccia il male, la morte
(augurarla, prevederla, invocarla, minacciarla) che scaccia la morte.
Religione – Se è un
supermercato, approssima l’apoteosi o la sua fine? Ce ne deve essere una per ognuna,
o deve essere una per tutti? È barrire alla libertà, nel sentito illuministico,
o una delle sue strade? La religione tende a essere dommatica, sotto il
principio di autorità. Ma il “ritorno del sacro” si vuole riappropriazione di
un campo di libertà. Una rivolta contro il senso del limite che la ragione
ragionevole, sia pure involontariamente, impone – un vincolo. Ragione e libertà
non vanno di pari passo?
Sogno - È un
rovesciamento, in qualche modo, della realtà. Dell’ineluttabilità – della cosa
in sé. Fosse pure dell’abitudine. Un disegno di libertà.
Ma
la libertà vive nei sogni scomoda: non solo nell’incubo, in qualsiasi sogno
resta sottinteso e prevalente che c’è, ci sarà, un ritorno alla “normalità”, un
risveglio. Sia pure sotto forma di prigionia, di chiusura: nella morale, la
coscienza, la conoscenza, gli stessi nostri segreti
Storia – Nasce nell’Ottocento:
romantica e nazionale. Inventiva, logica e misteriosa, e imperiale: una
raccolta di “storioni familiari”, quali avrebbero colmato il secolo – fino ai quattro
quarti dei miserabili. La storia è inizialmente di orgoglio, una volizione.
Tradizione – Non
necessariamente – non se ne vede ragione – ma costituisce un valore. Che
qualcosa sopravviva al proprio tempo e si tramandi, mentre il resto si
deteriora e decompone, spesso rapidissimamente, è in questa continuità l’idea
dell’immortalità.
Universo – “Gli
astronomi hanno individuato un buco nero supermassiccio a 600 milioni di anni
luce, che crea nuove stelle fino a trenta volte la massa del sole. Ce n’è
abbastanza per fondare l’infinito – c’è un dato quantitativo
nell’imponderabile, il non circoscrivibile.
zeulig@antiit.eu
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