Un’inchiesta
esemplare, si può già dire quella a carico di Renzi padre, ma in senso
negativo, di una certa giustizia; per la vastità, la superficialità, la
napoletanità, e la mediaticità.
Travaglio,
“Il Fatto Quotidiano” e i media in generale ci hanno vissuto per settimane.
Una
inchiesta sugli appalti della Consip – legali e legittimi – è stata allargata abusivamente
al presidente del consiglio, al sottosegretario alla presidenza del consiglio,
e a due generali dei Carabinieri. Uno tra l’altro, Del Sette, comandante dell’Arma.
Per ascoltarne le conversazioni.
Un’indagine
di questa portata impiantata dal Nucleo ecologico dei Carabinieri – cioè le
vecchie Guardie forestali. E ad esso
affidata. Cioè, per il Noe, a un ufficiale già distinto per un’inchiesta altrettanto
vasta e sballata: una fantomatica inchiesta sulla metanizzazione di Ischia inventata
per intercettare i telefoni di Renzi e D’Alema (ricavandone solo una telefonata
tra Renzi e il comandante della Guardia di Finanza di Firenze Adinolfi, nella
quale Renzi criticava Letta… che segreto!)
Colpisce
anche la napoletanità. Dei giudici e degli inquirenti, Scafarto compreso.
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