venerdì 12 maggio 2017

44 articoli contro Marchionne – per Volkswagen

“Un giorno io e Mucchetti andammo a pranzo con Marchionne a Torino, al Lingotto”, racconta Ferruccio de Bortoli in “Poteri forti (o quasi)”, il suo libro in uscita, in questa anticipazione di formiche.net: “Ci accompagnò il capo ufficio stampa della FIAT, una persona dai modi squisiti e di grande professionalità come Simone Migliarino. Marchionne disse a Mucchetti: «Ho contato i pezzi che ha scritto contro di me sul ‘Corriere’, sono quarantaquattro». Imbarazzo generale, rotto dalla risata di Marchionne che poi accettò anche di farsi intervistare. La difesa delle opinioni di Mucchetti, che è stato un analista corretto e spietato, mi è costata molto nel rapporto con l’azionista torinese. Forse, persino la rottura definitiva”.
Dice molto de Bortoli per la sottintesa libertà di stampa, di cui il giornale milanese si vuole portabandiera. Anche contro gli interessi degli editori del suo giornale. Ma non dice tutto. Non dell’epoca “bazoliana”, invece che “torinese”, della sua direzione. Con un Rotelli tipico imprenditore “privato del pubblico” assurto a azionista di riferimento. Con i soldi di banca Intesa. Il tempo di prendersi per niente il San Raffaele, azienda miliardaria. Dopo la tragicomica incolpazione del titolare del San Raffaele, don Verzé. Tutto made in Corriere della sera, col patrocinio della compiacente Procura milanese.
E poi, quarantaquattro articoli contro un unico soggetto, sia pure proprietario? Di un unico giornalista? “Corretto e spietato”? A favore della Volkswagen? Poiché di questo si trattava, una campagna di discredito.
L’affare è già stato messo in chiaro (G.Leuzzi, “Gentile Germania”, pp. 83-4): “Per tutto il tragico 2012 giornalisti e giornali illustri promossero in Italia una campagna anti Fiat, colpevole di non cedere l’Alfa Romeo alla Volkswagen, su indicazioni e indiscrezioni Volkswagen. La Fiat diceva di no, che non vendeva, e quelli insistevano che sì, l’Alfa andava venduta a Vw, e dicevano anche come”. Uno dei “giornalisti illustri” era Mucchetti, uno dei giornali il “Corriere della sera”.
Le buone intenzioni non bastano – non ne è lastricato l’inferno? È giusto – corretto – attaccare una ditta a favore di un’altra? Surrettiziamente, e per finalità non note? Sotto quale deontologia?

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