venerdì 19 maggio 2017

Assegni a vuoto degli anni Folli

Il passato che non passa. Un racconto verità dei problemi che lo scrittore ebbe a tornare nella patria potestà, nei riguardi della figlia, dopo l’alcolismo e le terribili turobolenze di e con Zelda. È il ritorno anche a Parigi dopo gli anni Folli, o l’Età del Jazz, o gli anni Ruggenti: bella e languida la città, deserti e equivoci i ritrovi, tra ubriachezze moleste e assegni a vuoto.
Due raccolte di tristezze. In traduzione “Babilonia” si accompagna a “Una famiglia nel vento”, la famiglia cupa della provincia americana. L’edizioncina Penguin alla “Decade perduta”, poche righe sull’autore smarrito che ritrova New York dopo dieci anni. E a “Il vaso di cristallo”, un soprammobile sulla credenza, regalo di nozze portajella. Quest’aultima, che si direbbe una storia di scongiuri (“provoca” tragedie atroci), invece si solennizza come “fato”: “«Vedi, io sono il fato», gridava, «e sono più forte dei tuoi meschini progetti; e sono l’esito finale dele cose e sono differente dai tuoi piccoli sogni, e sono la fuga del tempo e la fine della bellezza e il desiderio inappagato…»”.
Con l’uscita dai diritti si moltiplicano le riedizioni di Fitzgerald. Che, certo, va rivisto. Ma in che senso? La sua storia personale è la migliore.
Francis Scott Fitzgerald, Babilonia rivisitata, Mattioli 1885, pp. 79 € 9,90
F.S.Fitzgerald, Babylon revisited, Penguin, pp.76 € 3

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