Il
9 giugno 1865 a Staplehurst nel Kent il Folkestone Express, il “treno della
marea”, il treno dalla Francia, deragliò. I binari erano stati rimossi per
manutenzione, senza avvisare i convogli in arrivo. Dieci morti, quaranta feriti
- tra gli scampati c’era Dickens, nel vagone rimasto in bilico sul vuoto.
Brexit è come la manutenzione di Staplehurst: una manovra tanto semplice quanto
stolida.
Si
continua a scrivere che il voto inglese per l’uscita dalla Ue è stato casuale,
e che se si rivotasse vincerebbero i no. Invece la scelta non è stata casuale,
ed è duratura. L’outsider Farage era arrivato su di essa da niente a secondo
partito. Che i politici dell’establishment la cavalchino, l’ex sindaco di Londra
e l’attuale premier, che su di essa è certa di stravincere le elezioni, questo
ne è la conferma.
Né
Brexit è un salto nel vuoto: 1) gli inglesi sono convinti di poter mantenere i
vantaggi del mercato comune senza gli svantaggi: la libera circolazione delle persone,
l’euro, la politica estera; 2) il governo inglese si ritiene una realtà, e più
dopo le elezioni, mentre Bruxelles ritiene una finzione – un comitato d’affari,
litigioso.
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