Come
l’Italia era, come avrebbe potuto diventare, come è peggiorata. Nell’urbanizzazione,
e quindi nel paesaggio, urbano e extraurbano, che si legge come l’anima della
nazione – un’anima esteriore. Una sorta di “anni perduti” dell’Italia, che
purtroppo sono quelli dela Repubbica: Insolera li documenta con le immagini. La
fotografia avendo incoporrato subito, da giovane, nella sua attività di architetto
urbanista, e storico dell’urbanismo. Dalla Porto Empedocle di Camilleri, difficilmente
immaginabile quale era nella realtà, nei primi anni 1950, al quartiere popolare
san Basilio a Roma, votato all’emarginazione sin dalla costruzione. Solo l’Appia
Antica, dei suoi progetti di inclusione-conservazione, si è salvata, in parte.
Le
immagini in mostra di Insolera sono poche. Ma danno l’idea.
La
mostra è gratuita, pagando l’ingresso al Museo di Roma in Trastevere - con le
collezione di Ettore Roesler Franz, Trilussa, Mario Carbone, Emilio Gentilini.
Ma l’ingresso si raddoppia per la contemporanea mostra di Vivian Maier, pregiatissima,
in memoriam, fotografa dilettante del
Nord America, molto di maniera (Walker Evans, etc.) – dell’estetica dell’arcaico.
Italo Insolera,
il bianco e nero delle città. Immagini 1951-1984, Museo di Roma
in Trastevere
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