giovedì 4 maggio 2017

Il mondo com'è (303)

astolfo

America tedesca – L’America fu a un passo dall’essere tedesca, invece che inglese. Il dollaro è il tallero, sono tedeschi l’hamburger, l’hot dog e le posse, eccetera. Woody Allen ancora lo è, facendo in origine Königsberg di nome, la città di Kant – Allan Königsberg. Così come il divorzio facile, che non è inglese ma tedesco – è stato a lungo anche in America prerogativa maschile, come in Germania, prima che femminile: viene dal ripudio, che usava nelle civiltà tribali non stanziali. Aveva torto Cases a dire il tedesco, questo “suo” (nostro) tedesco, la lingua cioè, “americano travestito” - aveva voglia di scandalizzare il lettore, ma non senza fondamento.
“L’America tedesca” è un capitolo non del tutto faceto di G.Leuzzi, “Gentile Germania”. Ma che dire di Trump, il cui nonno è un tedesco emigrato adulto. Lo stesso Hitler fu americanofilo. Molto “Mein Kampf” tirò fuori da “The passing of the Great Race”, non di una corsa, automobilistica o podistica, ma della “razza grande”, nordica, dell’eugenista americano Madison Grant, che fece le leggi per l’immigrazione negli Usa, a danno dei latini, gli slavi e gli asiatici neri, contro la misgenation, i matrimoni interraziali, e per la “morte misericordiosa” degli incapienti.
Nuove ricerche accademiche negli Usa dicono che la legislazione americana in tema di immigrazione, razze e procreazione fu molto attentamente studiata da Hitler, prima di varare le leggi razziali di Norimberga, contro gli ebrei e altre minoranze, e la Aktion T 4, per l’eliminazione indolore dei minorati, fisici e mentali. Ne parla già nel “Mein Kampf”, dove nota che gli Usa hanno fatto l’esperienza del “crogiuolo” delle razze, hanno visto che non funzionava, e hanno preso provvedimenti per limitare gli arrivi di latini e slavi, e bloccare ogni arrivo dall’Asia, di cinesi, indiani e filippini, lasciando le porte aperte solo alle razze “nordiche”.  I giuristi che da giugno del 1934 Hitler mise all’opera per preparare quelle che saranno un anno dopo le leggi di Norimberga fecero grande caso delle leggi americane in tema di matrimoni misti e di divieti in genere razziali e migratori. Nell’autunno del 1935, dopo l’emanazione delle leggi di Norimberga, una delegazione tedesca di 45 professori di diritto sbarcò a New York per approfondire le leggi selettive americane, accolta con grandi onori.  
Madison Grant, avvocato, e Theodor Roosevelt, poi presidente Progressista e Nobel per la pace, fondarono nel 1895 la New York Zoological Society al fine di bloccare l’emigrazione dall’Est e Sud Europa e sterilizzare gli immigrati da quelle zone: italiani, iberici, balcanici. Il blocco divenne legge, e la sterilizzazione fu libera fino a tutti gli anni Venti, fino a che la Depressione non la rese onerosa. La sterilizzazione dei poveri fu invece coatta dei poveri si praticò su larga scala, diecimila casi nella sola California. Il giudice Oliver Wendell Holmes jr., pilastro del liberalismo americano, e per trent’anni della Corte Suprema, fino ai suoi novant’anni, la autorizzò nel 1927, quando ne aveva 86, anche per i “mentalmente disabili”.

Cellamare – La “cospirazione di Cellamare” fu, si può dire, l’ultimo grande evento della storia d’Europa, nel 1718-1710, di cui siano stati protagonisti degli italiani. Antonio Del Giudice, duca di Giovinazzo, principe dei Cellamare, ambasciatore di Spagna a Parigi nel 1715, che tre anni dopo fu accusato di complottare contro il reggente Filipo d’Orléeans per portare sul trono di Francia, in caso di morte o invalidità di Luigi XV, il re di Spagna Filippo V, un nipote di Luigi XIV. E il cardinale Alberoni, primo ministro di Filippo V.
Non si sa se la congiura di fu. Il principe di Cellamare fu allontanato da Parigi – morirà onorato in Spagna, capitano generale della Vecchia Castiglia. La congiura fu denunciata dall’abate Dubois, segretario di Stato agli Esteri della Reggenza, che per contrastare le pretese dinastiche di Filippo V promosse una Quadruplice Alleanza con l’Inghilterra, l’Olanda e gli Asburgo. La Spagna comunque non poteva aspirare alla successione a Parigi, anche in caso d’invalidità o di morte del principino Luigi XV, avendo sottoscritto specifica rinuncia con la pace di Utrecht nell’aprile 1713. Ma un intrigo dinastico certamente ci fu. La duchessa d Maine, sposa di un bastardo legittimato di Luigi XIV, Luigi-Augusto di Borbone, era avversaria dichiarata a Parigi del Reggente e dell’abate Dubois, perché avevano scartato suo marito dalla linea di successione, sempre “in caso di…”. E per far valere le sue ragioni aveva anche intessuto una corrispondenza col cardinale Alberoni. Convinta del sostegno di Madrid, potrebbe anche aver messo a punto una congiura. Col cardinale Polignac, col duca di Richelieu e altri avversari della Reggenza, per il tramite di una delle sue cameriere e confidenti, che era anche sua amante, la futura baronessa de Staal – una letterata, che ne lascerà molte tracce nelle “Memorie”. Per far sapere i suoi piani a Madrid, la duchessa si appoggiò a un intermediario, Jean Buvat, scrivano alla biblioteca reale, che era un informatore di Dubois. I piani furono confidati a un giovane prete spagnolo. Che Dubois fece arrestare a Poitiers, con tutte le carte. Seguirono arresti (Cellamare, i due Maine, Richelieu, la Delaunay-de Staal, e altri), ma brevi, senza giudizio e senza condanna. E l’espulsione di Cellamare. Non una  grande storia.

Germania – “Il Re di Prussia e il Maresciallo di Sassonia” Voltaire dice, con tutte le maiuscole, “i due più grandi generali d’Europa”, scrivendo a Cesare Beccaria contro la pena di morte. Come si crea un mito - Madison Avenue ha di che imparare? A opera di un filosofo pagato dal re di Prussia.
È una lettera del 1766, quindi il re di Prussia è Federico II “Il Grande”. Il maresciallo di Sassonia è il suo nemico - sono passati appena tre anni dalla fine della Guerra dei Sette Anni tra Federico II e l’Austria, con l’alleata Sassonia.

Irlanda del Nord – Ieri, nel 1921, si divideva l’Irlanda. In Eire, Irlanda indipendente, e Irlanda del Nord, che restava parte del Regno Unito. Il principio della divisione, condiviso dalle due parti, era confessionale: i nazionalisti, cattolici, ottenevano la Home Rule, l’indipendenza, e gli unionisti, protestanti, restavano legati all’Inghilterra. La divisione corrispondeva grosso modo al consenso delle due comunità, allora 3 milioni di unionisti e un milione di protestanti, oggi 4,6 e 1,8 milioni, per molti aspetti ben divise anche territorialmente. La divisione è ora sotto riesame, e il centenario del 3 maggio 1921 potrebbe celebrarsi con una sorta di unione delle due parti, di fatto se non giuridica. 
La divisione è stata contestata nei decenni dal Sinn Fein, il partito nazionalista irlandese, e per un trentennio dopo il 1970 dall’Ira, l’esercito rivoluzionario irlandese, una sorte di braccio armato del Sinn Fein, con azioni terroristiche in Irlanda del Nord e molti morti. Gli accordi che posero fine alla guerra civile nell’Irlanda del Nord non hanno fatto vent’anni che sono, però, ora di nuovo sotto esame. Per effetto dell’orientamento dell’Irlanda del Nord, la provincia legata al Regno Unito, di dissociarsi dalla Brexit – le due Irlande hanno profittato enormemente dell’adesione alla Ue.

Orientalismo - Tra gli orientalisti americani, meno di una dozzina, wikipedia annovera Giorgi Levi della Vida, e Ezra Pound. Non Bernard Lewis, per dire, né Edward Said. Che non figura nemmeno tra gli orientalisti arabi palestinesi. Miserie dell’orientalismo – che in effetti arriva sempre in ritardo, e molto non si spiega, pieno di riserve mentali?

Vecchio della montagna – Gli “Assassini” di Allah vengono da “assassyin che vuol dire «fondamentalisti» in arabo”? È quanto spiega ne “Gli Agnelli del Signore”, il romanzo sul fondamentalismo islamico in Algeria vent’anni fa, lo scrittore algerino Yasmina Khadra - che però scrive in francese. Evocando il Vecchio della Montagna, quello di Marco Polo, lo dice “un matto persiano installato sulla montagna di Alamut per fondare la setta degli Assassini”, e dà questa etimologia dei suoi terroristi ismailiti. Che sarebbe sfuggita a Lewis e gli altri eminenti arabisti che si sono occupati di Hassan El Sabbah.
L’italiano ha preso assassino dalla pratica dei terroristi ismailiti. Ma il nome di “assassini” per i fedeli del Vecchio veniva derivato o dall’uso dell’hashish, oppure dal nome del capobanda, Hassan.

astolfo@antiit.eu

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