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lunedì 15 maggio 2017

Il mondo com'è (304)

astolfo

Curdi – La guerra contro l’Is, nella quale si sono impegnati con costanza, li premierà come nazione? Sono – erano – una delle poche nazionalità stabilizzate del Medio Oriente, in contiguità territoriale, linguistica, religiosa, culturale, ma sono stati sacrificati dagli accordi di pace di Versailles nel 1919-1920, al momento di definire l’eredità dello sconfitto e disciolto impero ottomano, agli interessi coloniali di Francia Gran Bretagna. Si possono dire l’unica nazionalità nel Medio Oriente, a fronte dei conglomerati di popolazioni, tribù e fedi che sono l’Iraq e la Siria, e lo stesso Iran, ma uscirono dai trattati di pace senza un Stato. Divisi tra Iran, Iraq, Siria e Turchia.
Hanno una storia ma non hanno un paese. Iraniani e semiti al momento della conquista araba, hanno mantenuto la loro diversità, ma in tribalismo meta politico. Il “feroce Saladino”, che conquistò Gerusalemme e Antiochia e le difese contro la terza Crociata, di Riccardo Cuor di Leone, fu sultano curdo dell’Egitto, della Siria e dello Heggiaz, l’attuale Arabia Saudita, con i luoghi sacri islamici - detto in realtà il Legislatore, e rimasto nella storia, anche nel Limbo di Dante, come sovrano saggio e generoso. Lo stesso quando passarono sotto l’impero ottomano.
Dentro l’impero ottomano, così come a Est dentro l’impero persiano, avevano mantenuto sempre uno statuto di autonomia. A Sèvres, nel trattato di pace, 1920, la Turchia accettò la formazione di un Curdistan indipendente. Ma tre anni dopo, nel trattato di Losanna, l’indipendenza venne ridotta ad autonomia amministrativa, e solo per i curdi dell’Iraq. I curdi si ribellarono, ma prima la Gran Bretagna, poi i nuovi governi turco e iracheno li schiacciarono, e le promesse di autonomia amministrativa furono dimenticate. .
La guerriglia è stata da allora endemica in Iraq, e a tratti attiva in Turchia. Qui attorno al Pkk, una formazione politica moderna, il partito dei Lavoratori del Kurdistan, fondato e gestito da Abdullah Ocalan, vecchio comunista. In Iraq attorno alla famiglia Barzani. In Siria, dove i curdi, così come in Iran, si erano quasi integrati, pacificamente, lo scontro ne ha rafforzato l’identità etnica, e ora si parla di uno statuto di autonomia, in una futura Siria semi-federale..

Eurasia – Decolla a Pechino in grande pompa la Biia, Banca in Investimenti per Infrastrutture Asiatica (Aiib la sigla inglese ufficiale), la “banca mondiale” cinese per lo sviluppo, cui molti paesi hanno sottoscritto – tra essi l’Italia. Nel quadro di un progetto Eurasia, di una grande area economico-finanziaria alternativa, con solo geograficamente, a quella pacifica, con Usa e Giappone.
Il progetto è anche russo. Anzi russo prima che cinese, e prioritario per la seconda presidenza Putin:

La nuova dirigenza di Pechino ha fatto suo il progetto. E velocemente come usa fare – il ritardo è solo di un anno rispetto al progetto – lo ha messo a punto a varato. Con un nome anche evocativo, la Nuova Via della Seta, come a dire passato e presente insieme, la Cina non viene dall’altro mondo. È specificamente la Nuova Via della Seta un nuovo sistema di trasporti transasiatico. Fondamentalmente ferroviario veloce. Che collegherà la Cina all’Europa riducendo i tempi a un terzo dei sessanta giorni attuali e corrispondentemente il costo del trasporto, bulk o container. Un progetto russo-cinese, con l’obiettivo di cominciare a trasportare 1,7 milioni di container l’anno già dal 2020, per arrivare a trasportare a regime un quinto dell’import-export cinese - la metà di quello della Cina interna, che ora beneficia poco del boom cinese, quasi tutto costiero.
La Biia-Aiib, che ora prende corpo in pompa magna nel vertice di Pechino aveva già aperto gli uffici a Natale del 2015, in perfetto rispetto dei programmi, due anni dopo il lancio del progetto, avendo raccolto l’adesione di 57 paesi, tra essi l’Italia. Avrebbe dovuto essere operativa un anno fa, e questo è l’unico ritardo.
La Cina ha sottoscritto il 30 per cento del capitale e si assumerà la gestione della banca. L’India ha l’8 per cento, la Russia il 6. Gli altri 54 paesi hanno quote tra lo 0,5 e il 3 per cento (l’Italia sottoscrive per il 2,6). La Biia è parte del progetto che in Cina prende il nome di “Una cintura, una strada”, e si riallaccia all’antica via della Seta, il collegamento terrestre fra l’Europa e il Pacifico. L’intento è di collegare la Cina all’Europa attraverso una rete nuova di comunicazioni terrestri, in aggiunta a quella marittima e a quella aerea. La Biia finanzierà soprattutto autostrade, ferrovie veloci, telecomunicazioni, parchi industriali, fino alla Russia attraverso il Kazakistan. Avrà investimenti cinesi per 200 miliardi di dollari. È uno dei primi impegni, ancora generico, della Biia.
Un progetto di Asia Bank era partito nel 2011 col sostengo dell’amministrazione Obama - portato all’assemblea dell’Onu a settembre dall’allora segretario di Stato Hillary Clinton. Gli Stati Uniti delinearono una New Silk Road (N.S.R) Strategy, che includeva anche il Tapi, il progetto di gasdotto afghano-pakistano, e Casa 1000, il progetto idroelettrico che porta la potenza prodotta in Tagikistan e Kirghisistan al Pakistan, via Afghanistan. Ma il sostegno fu disappetente, come tutto d Obama, e poi inconcludente.
Il presidente cinese Xi Jinpin lanciò la Biia-Aiib nell’ottobre del 2014 dopo il rifiuto Usa di accrescere i diritti di voto della Cina nelle altre istituzioni finanziarie mondiali: Fmi, Banca Mondiale, Asian Development Bank – la Cina conta per il 4 per cento, gli Usa per il 18. E sui dati  della stessa Asian Development Bank, che aveva calcolato nel 2010 in ottomila miliardi di dollari il fabbisogno asiatico per infrastrutture, circa 800 miliardi l’anno – di cui avrebbe finanziato l’1,5 per cento appena. Pechino ha dotato la Biia-Aiib di un capitale iniziale di 100 miliardi di dollari, l’equivalente della Banca Mondiale, poco sotto quello dell’Asian Development Bank - tre volte il capitale del piano Marshall.
La Biia-Aiib opera in tutta l’Asia, ma prevalentemente al rafforzamento degli assi viari, su strada e su rotaia, in direzione dell’Europa. Forte anche dell’accordo preventivo della Russia, che lavora a una Unione Doganale Eurasiatica.

Germania-Usa – I tedeschi furono molto attivi nella guerra d’indipendenza americana, o rivoluzione americana, a fianco degli inglesi contro gli indipendentisti. Furono numerosi, e anche efficienti. Detti “Assiani”, perche in gran parte, circa la metà reclutati nell’Assia (Assia-Kassel e Assia-Damstadt), o negli staterelli viciniori attraverso l’Assia. Circa 30 mila tedeschi combatterono nelle file britanniche, con  proprie uniformi, insegne e ufficiali d’inquadramento. Erano reputati per la disciplina e la combattività. Ma anche per la brutalità, mercenari per vocazione, violenti senza scrupoli. Ma i più non erano mercenari, erano coscritti, “venduti”  dai loro principi all’Assia, contro una mercede, e dall’Assia al’Inghilterra. .
Al business partecipò anche Goethe, in qualità di capo della Commissione di guerra del duca di Weimar. Goethe vendete a buon prezzo gli indesiderati del duca: oppositori politici, vagabondi, mendicanti e criminali. Il duca di Sassonia-Weimar-Eisenach Carl August, del quale Goethe era diventato precettore nel 1775, quello stesso anno aveva sposato la figlia di Luigi IX d’Assia-Darmstadt. L’anno successivo Carl August introduceva Goethe nel Consiglio segreto. Di cui nel 1779 era a capo.  La guerra d’indipendenza americana durò dal 1775 al 1783.
L’arruolamento attraverso l’Assia è descritto concordemente dalle varie fonti come arbitrario e forzoso. Si reclutavano di preferenza “stranieri”, cioè tedeschi degli staterelli confinanti, e indesiderati. Questi di vario tipo, con precedenti penali, in ristrettezze economiche, in dissidio politico, disertori di altri eserciti. L’arruolamento si faeva col soldo, raramente, più spesso con la violenza: ricatti, minacce, inganni, forza.
Trentamila soldati erano una cifra cospicua. L’esercito inglese nel 1775 contava solo trentamila effettivi. Per metà stanziati in Irlanda. Alcune migliaia presidiavano Gibilterra e Minorca. Rimanevano solo novemila soldati per fronteggiare l’insurrezione americana. Nell’ostilità generale, sociale e politica, alla ferma obbligatoria. Per una questione di principio: il Parlamento  non ammetteva un servizio permanente effettivo in tempo di pace, avrebbe dato cattive idee ai suoi colonnelli e generali, o allo stesso sovrano tramite gli ufficiali. Quando il governo di lord North decise di liberare i seimila soldati di stanza nel Mediterraneo per impiegarli in Nord America, sostituendoli con battaglioni di “hannoveriani”, soldati dell’elettorato d’origine del re inglese Giorgio III, il Parlamento sospettò un colpo di Stato. Le forze di terra erano d’altra parte poco considerate e appetite: il rifugio di chi non sapeva o non voleva darsi un’occupazione e un mestiere. Inizialmente, prima di schierare gli hannoveriani, Lord North aveva progettato l’arruolamento di 25 mila volontari. Ma la risposta fu esigua. Gli accordi per l’arruolamento di altre forze nel continente invece funzionarono, seppure con incidenti.
Caterina II di Russia rigettò la richiesta di un contingente di 20 mila soldati. L’Olanda concesse una brigata di mercenari, ma a condizione che venisse impiegata solo in Europa. Federico III di Prussia rispose polemico, bollando la richiesta come “uno scandaloso traffico di uomini”.  Gli staterelli tedeschi risposero invece entusiasti. Tra essi il duca di Weimar, dove Goethe operava. Attraverso il langravio dell’Assia-Kassel, un altro Federico II, che da quello di Prussia aveva copiato la disciplina e l’addestramento, mettendo su un esercito di 22 mila effettivi, per una popolazione che non arrivava ai 300 mila abitanti. L’Assia-Kassel aveva una tradizione in fatto di mercenari – ne aveva mandati almeno 11 mila a Venezia nel 1687 per combattere i turchi, e li aveva mantenuti poi in giro per l’Italia, su richiesta dei principati, per un trentennio. Federico II fu anche negoziatore capace: i soldati da lui forniti se li fece pagare il doppio di quelli forniti dagli altri principi tedeschi. Se Weimar abbia beneficiato di questi superprofitti, però, non si sa.
L’impiego delle truppe tedesche contro gli insorti americani fu graduale. Dapprima si progettò di utilizzarli in Irlanda in funzione di polizia per liberare le truppe britanniche lì dislocate per il loro uso in America. Poi di utilizzarli in America con compiti di guarnigione, non combattenti. Di fatto, furono utilizzati e apprezzati nei punti caldi della lunga guerra.

astolfo@antiit.eu

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