Curdi – La guerra contro l’Is, nella quale si sono impegnati con costanza, li
premierà come nazione? Sono – erano – una delle poche nazionalità stabilizzate
del Medio Oriente, in contiguità territoriale, linguistica, religiosa,
culturale, ma sono stati sacrificati dagli accordi di pace di Versailles nel
1919-1920, al momento di definire l’eredità dello sconfitto e disciolto impero
ottomano, agli interessi coloniali di Francia Gran Bretagna. Si possono
dire l’unica nazionalità nel Medio Oriente, a fronte dei conglomerati di
popolazioni, tribù e fedi che sono l’Iraq e la Siria, e lo stesso Iran, ma uscirono
dai trattati di pace senza un Stato. Divisi tra Iran, Iraq, Siria e Turchia.
Hanno una storia
ma non hanno un paese. Iraniani e semiti al momento della conquista araba, hanno
mantenuto la loro diversità, ma in tribalismo meta politico. Il “feroce
Saladino”, che conquistò Gerusalemme e Antiochia e le difese contro la
terza Crociata, di Riccardo Cuor di Leone, fu sultano curdo dell’Egitto, della
Siria e dello Heggiaz, l’attuale Arabia Saudita, con i luoghi sacri islamici -
detto in realtà il Legislatore, e rimasto nella storia, anche nel Limbo di
Dante, come sovrano saggio e generoso. Lo stesso quando passarono sotto
l’impero ottomano.
Dentro l’impero
ottomano, così come a Est dentro l’impero persiano, avevano mantenuto sempre
uno statuto di autonomia. A Sèvres, nel trattato di pace, 1920, la Turchia
accettò la formazione di un Curdistan indipendente. Ma tre anni dopo, nel
trattato di Losanna, l’indipendenza venne ridotta ad autonomia amministrativa,
e solo per i curdi dell’Iraq. I curdi si ribellarono, ma prima la Gran
Bretagna, poi i nuovi governi turco e iracheno li schiacciarono, e le promesse di
autonomia amministrativa furono dimenticate. .
La guerriglia è stata da allora
endemica in Iraq, e a tratti attiva in Turchia. Qui attorno al Pkk, una
formazione politica moderna, il partito dei Lavoratori del Kurdistan, fondato e
gestito da Abdullah Ocalan, vecchio comunista. In Iraq attorno alla famiglia
Barzani. In Siria, dove i curdi, così come in Iran, si erano quasi integrati,
pacificamente, lo scontro ne ha rafforzato l’identità etnica, e ora si parla di
uno statuto di autonomia, in una futura Siria semi-federale..
Eurasia – Decolla a Pechino in grande pompa la Biia, Banca in Investimenti per
Infrastrutture Asiatica (Aiib la sigla inglese ufficiale), la “banca mondiale”
cinese per lo sviluppo, cui molti paesi hanno sottoscritto – tra essi l’Italia.
Nel quadro di un progetto Eurasia, di una grande area economico-finanziaria
alternativa, con solo geograficamente, a quella pacifica, con Usa e Giappone.
Il progetto è anche russo. Anzi
russo prima che cinese, e prioritario per la seconda presidenza Putin:
La nuova dirigenza di Pechino
ha fatto suo il progetto. E velocemente come usa fare – il ritardo è solo di un
anno rispetto al progetto – lo ha messo a punto a varato. Con un nome anche
evocativo, la Nuova Via della Seta, come a dire passato e presente insieme, la
Cina non viene dall’altro mondo. È specificamente la Nuova Via della Seta un nuovo sistema di trasporti transasiatico.
Fondamentalmente ferroviario veloce. Che collegherà la Cina all’Europa riducendo
i tempi a un terzo dei sessanta giorni attuali e corrispondentemente il costo
del trasporto, bulk o container. Un progetto russo-cinese, con
l’obiettivo di cominciare a trasportare 1,7 milioni di container l’anno già dal
2020, per arrivare a trasportare a regime un quinto dell’import-export cinese -
la metà di quello della Cina interna, che ora beneficia poco del boom cinese,
quasi tutto costiero.
La Biia-Aiib, che ora prende corpo in
pompa magna nel vertice di Pechino aveva già aperto gli uffici a Natale del
2015, in perfetto rispetto dei programmi, due anni dopo il lancio del progetto,
avendo raccolto l’adesione di 57 paesi, tra essi l’Italia. Avrebbe dovuto essere operativa
un anno fa, e questo è l’unico ritardo.
La Cina ha sottoscritto il 30 per cento del capitale e si assumerà
la gestione della banca. L’India ha l’8 per cento, la Russia il 6. Gli altri 54
paesi hanno quote tra lo 0,5 e il 3 per cento (l’Italia sottoscrive per il
2,6). La Biia è parte del progetto che in Cina prende il nome di “Una cintura,
una strada”, e si riallaccia all’antica via della Seta, il collegamento
terrestre fra l’Europa e il Pacifico. L’intento è di collegare la Cina
all’Europa attraverso una rete nuova di comunicazioni terrestri, in aggiunta a
quella marittima e a quella aerea. La Biia finanzierà soprattutto autostrade,
ferrovie veloci, telecomunicazioni, parchi industriali, fino alla Russia
attraverso il Kazakistan. Avrà investimenti cinesi per 200
miliardi di dollari. È uno dei primi impegni, ancora generico, della Biia.
Un progetto di Asia Bank era partito nel 2011 col sostengo
dell’amministrazione Obama - portato all’assemblea dell’Onu a settembre
dall’allora segretario di Stato Hillary Clinton. Gli Stati Uniti delinearono
una New Silk Road (N.S.R) Strategy, che includeva anche il Tapi, il progetto di
gasdotto afghano-pakistano, e Casa 1000, il progetto idroelettrico che porta la
potenza prodotta in Tagikistan e Kirghisistan al Pakistan, via Afghanistan. Ma il sostegno fu disappetente,
come tutto d Obama, e poi inconcludente.
Il presidente cinese Xi Jinpin lanciò la Biia-Aiib nell’ottobre del 2014
dopo il rifiuto Usa di accrescere i diritti di voto della Cina nelle altre
istituzioni finanziarie mondiali: Fmi, Banca Mondiale, Asian Development Bank –
la Cina conta per il 4 per cento, gli Usa per il 18. E sui dati della stessa Asian Development Bank, che aveva
calcolato nel 2010 in ottomila miliardi di dollari il fabbisogno asiatico per
infrastrutture, circa 800 miliardi l’anno – di cui avrebbe finanziato l’1,5 per
cento appena. Pechino ha dotato la Biia-Aiib di un capitale iniziale di 100
miliardi di dollari, l’equivalente della Banca Mondiale, poco sotto quello
dell’Asian Development Bank - tre volte il capitale del piano Marshall.
La Biia-Aiib opera in tutta l’Asia, ma prevalentemente al rafforzamento
degli assi viari, su strada e su rotaia, in direzione dell’Europa. Forte anche
dell’accordo preventivo della Russia, che lavora a una Unione Doganale
Eurasiatica.
Germania-Usa – I tedeschi furono molto attivi nella guerra d’indipendenza
americana, o rivoluzione americana, a fianco degli inglesi contro gli
indipendentisti. Furono numerosi, e anche efficienti. Detti “Assiani”, perche
in gran parte, circa la metà reclutati nell’Assia (Assia-Kassel e
Assia-Damstadt), o negli staterelli viciniori attraverso l’Assia. Circa 30 mila tedeschi combatterono nelle file
britanniche, con proprie uniformi,
insegne e ufficiali d’inquadramento. Erano reputati per la disciplina e la
combattività. Ma anche per la brutalità, mercenari per vocazione, violenti
senza scrupoli. Ma i più non erano mercenari, erano coscritti, “venduti” dai loro principi all’Assia, contro una
mercede, e dall’Assia al’Inghilterra. .
Al business partecipò anche
Goethe, in qualità di capo della Commissione di guerra del duca di Weimar. Goethe
vendete a buon prezzo gli indesiderati del duca: oppositori politici,
vagabondi, mendicanti e criminali. Il duca di Sassonia-Weimar-Eisenach Carl
August, del quale Goethe era diventato precettore nel 1775, quello stesso anno
aveva sposato la figlia di Luigi IX d’Assia-Darmstadt. L’anno successivo Carl
August introduceva Goethe
nel Consiglio segreto. Di cui nel 1779 era a capo. La guerra d’indipendenza americana durò dal
1775 al 1783.
L’arruolamento attraverso l’Assia è
descritto concordemente dalle varie fonti come arbitrario e forzoso. Si
reclutavano di preferenza “stranieri”, cioè tedeschi degli staterelli
confinanti, e indesiderati. Questi di vario tipo, con precedenti penali, in
ristrettezze economiche, in dissidio politico, disertori di altri eserciti. L’arruolamento
si faeva col soldo, raramente, più spesso con la violenza: ricatti, minacce,
inganni, forza.
Trentamila soldati erano una cifra cospicua. L’esercito
inglese nel 1775 contava solo trentamila effettivi. Per metà stanziati in
Irlanda. Alcune migliaia presidiavano Gibilterra e Minorca. Rimanevano solo
novemila soldati per fronteggiare l’insurrezione americana. Nell’ostilità
generale, sociale e politica, alla ferma obbligatoria. Per una questione di
principio: il Parlamento non ammetteva
un servizio permanente effettivo in tempo di pace, avrebbe dato cattive idee ai
suoi colonnelli e generali, o allo stesso sovrano tramite gli ufficiali. Quando
il governo di lord North decise di liberare i seimila soldati di stanza nel Mediterraneo
per impiegarli in Nord America, sostituendoli con battaglioni di “hannoveriani”,
soldati dell’elettorato d’origine del re inglese Giorgio III, il Parlamento
sospettò un colpo di Stato. Le forze di terra erano d’altra parte poco considerate
e appetite: il rifugio di chi non sapeva o non voleva darsi un’occupazione e un
mestiere. Inizialmente, prima di schierare gli hannoveriani, Lord North aveva
progettato l’arruolamento di 25 mila volontari. Ma la risposta fu esigua. Gli
accordi per l’arruolamento di altre forze nel continente invece funzionarono,
seppure con incidenti.
Caterina II di Russia rigettò la richiesta di un
contingente di 20 mila soldati. L’Olanda concesse una brigata di mercenari, ma
a condizione che venisse impiegata solo in Europa. Federico III di Prussia
rispose polemico, bollando la richiesta come “uno scandaloso traffico di uomini”.
Gli staterelli tedeschi risposero invece
entusiasti. Tra essi il duca di Weimar, dove Goethe operava. Attraverso il langravio
dell’Assia-Kassel, un altro Federico II, che da quello di Prussia aveva copiato
la disciplina e l’addestramento, mettendo su un esercito di 22 mila effettivi,
per una popolazione che non arrivava ai 300 mila abitanti. L’Assia-Kassel aveva
una tradizione in fatto di mercenari – ne aveva mandati almeno 11 mila a
Venezia nel 1687 per combattere i turchi, e li aveva mantenuti poi in giro per
l’Italia, su richiesta dei principati, per un trentennio. Federico II fu anche
negoziatore capace: i soldati da lui forniti se li fece pagare il doppio di
quelli forniti dagli altri principi tedeschi. Se Weimar abbia beneficiato di questi
superprofitti, però, non si sa.
L’impiego delle truppe tedesche contro gli insorti americani
fu graduale. Dapprima si progettò di utilizzarli in Irlanda in funzione di
polizia per liberare le truppe britanniche lì dislocate per il loro uso in America.
Poi di utilizzarli in America con compiti di guarnigione, non combattenti. Di
fatto, furono utilizzati e apprezzati nei punti caldi della lunga guerra.
astolfo@antiit.eu
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