In
copertina un paio di scarponi, e un mulino a vento. In prima pagina “Che cos’è è?” Con la considerazione: è la parola
più usata, è difficile parlare, scrivere, pensare senza di essa, ma pochi se lo
chiedono. Pochi si chiedono qualcosa, in verità. Ma il nocciolo di Heidegger è
questo: per lui questa omissione è astonishing
- Heidegger farebbe il pastore della Meraviglia nel presepe. Il Filosofo Bino,
come colui che rifece la Grecia. O Trino, mettendo nel conto sant’Agostino,
benché disprezzi il latino come lingua filosofica.
Heidegger
non ha molto credito in inglese. “Sprazzi di sorprendente ignoranza,
distorsione senza scrupoli e quello che benevolmente si descriverà come
ciarlatanismo” gli addebita Alfred J. Ayer. “L’ultimo spiritato barlume di
filosofia romantica tedesca” gli trova Roger Scruton, nei momenti buoni -
perché “la sua opera più importante, «Essere e tempo», è formidabilmente
difficile, a meno che non sia puro nonsenso, nel quale caso è ridicolmente facile”.
Ma viene molto bene in inglese, perfino conseguente.
Ci
sono più Heidegger. Un fenomenologo, un post-strutturalista, un proto-decostruzionista,
uno scolastico, un agostiniano in petto,
un teologo, per prima fu discusso dai teologi, un mistico, un ruralista un po’
reazionario. E “uno privato, per lo più celato alla vista”, Collins poteva
scrivere nel 2013, prima dei “Quaderni neri”. Ma l’inglese ha una formidabile
capacità di assimilarsene la terminologia - o Jeff Colins, che pure non è
filosofo ma un professore di storia dell’Arte. Si scorre il volume senza dover
fare mai il peso alla traduzione con l’originale.
Forse
è anche l’effetto del graphic thinking,
bizzarro: come se Heidegger si semplificasse e chiarisse – senza che si
appiattisca, a ogni evidenza.Le subordinate convogliando nelle didascalie, le
affermazioni e gli assiomi evidenziando nella nuovlette. La disposizione della
pagina doppiando la consecutio logica. Nulla di nuovo, ma il papiro o
incunabolo Heidegger viene srotolato, perfino gradevole e semplice – è l’idea
dell’editore Richard Appignanesi, applicata ormai a una congrua serie,
scientifica e filosofica, di “guide” semplice, brilanti, esaurienti.
Heidegger
c’è tutto. Ossimorico – “luce oscurante”, “la verità è svelamento, quindi la
verità è un mistero”, “pensare è una sedzuione dl anscondere”, “una rappresenta
ione dell’essere, in parole o altro, è
non essere”. Anti-tecnica. Agro-pastorale. Metafisico – l’ultimo dei
metafisici, attardato su essenze, origini, verità, i temi dela metafisica.
Mitico – costruttore del mito dell’essere. Nazionalista non ambiguo.
Jeff Collins-Howard Selima, Introducing Heidegger. A
graphic Guide, Icon Books, pp. 176, ill. €
7
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