lunedì 8 maggio 2017

Le ombre del presidente senza ombra

Il plebiscito che si celebra per Macron ha molte faglie: ha avuto due voti su tre al ballottaggio, ma ha avuto solo 20 milioni di elettori sui 48 aventi diritto. Un francese su quattro non ha votato al ballotaggio – che in Francia registra partecipazioni elevate, è vissuto come un “mano a mano”. E uno su otto dei votanti ha messo nell’urna scheda bianca. Il concorrente di Macron non fosse stata Marine Le Pen avrebbe avuto un dodici per cento di voti in più – per un risultato di parità. .
La vittoria di Macron non è del resto un voto indicativo. La metà degli elettori ha votato contro l’Europa quale è - Le Pen, Mélenchon e altri sparsi. E Macron è per l’Europa tal quale, per gli assetti socio politici tal quali, e per un ricambio generazionale, dei politici e dei comunicatori. Non una grande novità.
A parte i suoi 39 anni, Macron non rappresenta una scelta definita. Non è un voto  per un curriculum o un pedigree di qualche sostanza – se si escludono i quattro anni con la banca Rothschild, una sort a di fucina di protagonisti politici (da Pompidou, che ne fu direttore generale, in poi): è come dire “proviamo”, da parte di chi non vuole avventure.
Macron entra all’Eliseo come l’uomo senza ombra. Senza carichi pendenti probabilmente, ma senza una personalità individuabile.

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