sabato 27 maggio 2017

Letture - 304

letterautore

Arte degenerata – Non era tutta l’arte moderna, Hitler e Goebbels facevano eccezioni. Per gli espressionisti, Munch, Nolde, Kirchner, per esempio, per lo scultore Barlach. Per altri meno noti ma non meno innovativi. Artisti modernisti se non proprio d’avanguardia erano membri del partito nazista. Hitler salvava l’Espressionismo “nordico”.

Civetteria – È adescamento – e per questo, in questa valenza, accantonata. Ma di valenza positiva. Gertrude Stein ne fa il caso in “Come volevasi di mostrare”, a proposito di un arredamento che invita all’amore: “È vero delle stanze come degli esseri mani che un solo tratto bello è sufficiente e come una donna francese si veste per quell’unico lineamento sì da metterlo in evidenza e non far notare nient’altro…”.
L’amore è una scoperta progressiva e lenta, il racconto di G. Stein è in questo tradizionale. La novità limita al saffismo. E si rivela alla lettura, alla lettura di Dante, della “Vita nova”. Ma ha un’altra maniera di porre la cosa, originale: Adele si sveglia “improvvisamente dalla sua lunga apatia emotiva”, in età adulta, senza saperlo. Per effetto di un corteggiamento subliminale, non dichiarato cioè, e insistito: viene svegliata all’emozione tramite l’attrazione.
Il tempo del racconto è anche quello in cui la civetteria era un valore, come la festa, la vacanza, l’innamoramento, la gelosia, il piccolo è bello, l’attimo fuggente. La pratica non si riduceva al consumo, e al rapporto qualità-costo, di tempo, impegno, energia.
Il sesso free ha ucciso la civetteria – se si riguarda la “storia dell’amore” sullo sfondo di questo racconto del 1903? In letteratura e nella vita. Ma si può anche sostenere che ha ucciso pure il sesso – in letteratura certamente: non se ne fa più, e se si fa suona falso.

Eroe – È misantropo, e misogino, nella letteratura ora popolare – i gialli, l’avventura, la fantasy. Dopo essere stato per un paio di millenni, dall’“Iliade” in poi, il difensore o il salvatore della bella,  il cultore dell’amore.
Questo non lo è più da tempo, da quando al letteratura s’è imborghesita, nell’era dell’economia. Or è disappetente. Se non in forme negative: l’eroe si assottiglia, invece di affermarsi ambisce a cancellarsi, quando ancora ambisce a qualcosa. È assente nelle storie omosessuali. E dove usa, nei gialli, è solitario: Dupin e Sherlock Holmes, Maigret, Poirot, Marlowe, Sam Spade, Carvalho, Montalbano. O allora impegnato, di rado, solo a letto, un colpo e via.
Il declino viene col femminismo – l’indifferenza al genere? O con l’inappetenza consumista? 

Guerra – “Il vero esercito non è fatto dei vivi ma dei morti”, Lernet-Holenia, “Lo stendardo”.

Hölderlin – Presto dimenticato, già in vita – morì nella disattenzione dopo la lunga “follia”. Fu riscoperto da Dilthey negli anni 1860. E ristampato cinquant’anni dopo. Come poeta classico e romantico insieme.
Anche Heidegger, al quale si deve il contributo critico di maggiore peso, se non spessore, lo scoprì tardi, in prossimità dei suoi cinquant’anni. Erigendogli, è vero, un monumento. Ma con due attributi problematici. Come il poeta della grecità, della Germania greca, nel solco dell’arianesimo - cui però Hölderlin è del tutto estraneo, in versi e in prosa. E della paganizzazione della teologia cristiana – da cui il pio Hölderlin si sarebbe ritratto probabilmente inorridito: lui cristianizza tutto, nella compassione, nell’animizzazione.  

Irlanda – È terra d’esilio, da cui esiliarsi? “Oh Irlanda”, Gay Talese fa dire a Peter O’Toole sull’aereo per Dublino (in “Frank Sinatra ha il raffreddore”, 141), “è la scrofa che odia i suoi porcellini”.  In poche parole il destino della parte migliore forse dell’Irlanda. Certamente dei suoi letterati: in nessun altro paese si contano tanti espatri volontari, e di così gran lustro – successivamente all’espatrio. Joyce naturalmente, Beckett, Yeats, Synge, O’Casey, O’Brien. E Wilde, e indietro fino a Swift.

Montalbano . Carlo degli Esposti si diminuisce con D’Orrico sulla “bionda nordica, preferibilmente straniera” del suoi Montalbano e Maltese in tv: è “la trappola del Maestro”, dice, Camilleri. Che fa machiavellico: “Se metti una bionda nordica susciti nelle lettrici e nelle telespettatrici una gelosia bestiale”.  In realtà Livia è nordica ma non suscita nessuna gelosia, perché Montalbano non la sopporta. Ingrid semmai, la donna libera e forte. Che però è la figura femminile che sola si confà a Montalbano, mezzo notabile salveminiano e mezzo “fascistone”. Carlo ha voluto minimizzare il contributo suo, e di Sironi, al Montalbano televisivo. E anche le ragioni della distribuzione – e inizialmente della coproduzione.

Morte – “La morte inizia quando qualcuno accetta di essere morto”, è saggezza dei “patagoni, nella solitudine dei loro rancho”, assicura Luis Sepúlveda, “Patagonia Express”, 20.

Pessoa – È come sarà Foucault, prefazione a “Archeologia del sapere”, 1969: l’autore che dichiara  la fine dell’autore E annuncia che non sarà mai lo stesso, quella pretesa la lascia all’anagrafe. Creatore in continuo dunque, seppure di se  stesso. Proprio come l’autore, che si vuole proteiforme, costante e mutevole con i personaggi che crea. “I libri sono come tunnel, che si scavano per fuggire a se stesso” è massima di Foucault, secondo Maurizio Ferraris.


Traduzione – Trasforma anche Dio, dopo la filosofia – il Dio dei sacri testi. A partire dal “vanitas  vanitatum” dell’“Ecclesiaste”, annientato da Ceronetti apprendista semitista. Ora il “Dio degli Eserciti” dei “Salmi” è trasformato in “Signore dell’universo”. 

òetterautore@antiit.eu 

Nessun commento:

Posta un commento